
Maltempo, aereo dirottato su Dallas, aereo sta facendo benzina, aereo partirà con tre ore di ritardo, aereo arriverà con tre ore di ritardo, lasciandoci 50 minuti nel caos di Heathrow con belle speranze di riuscire a correre alla connection che temo non riusciremo a prendere, che BA allora ci re bookera’ il primo volo possibile, che Aerlingus ha per Cork alle 19. Alas, due giorni passati in aereo-e porti. Intanto BA ha mandato una email dicendo che se abbiamo fame o sete ci danno un voucher. C’è stata per un’ora la coda speranzosa davanti al loro banchetto, privo di personale. Alla fine tutti si sono arresi e la coda si è dispersa…
Mentre rifletto su questa interessante settimana penso che la stanchezza inizia a farsi sentire, dopotutto a casa sono già mezzanotte, oppure l’una, dipende da quale pezzo di cuore si consideri (come sempre). E in questo preciso istante, per una volta, mi piacerebbe se casa potesse essere sotto un cielo solo, per potere stringere il mio bimbo dopo una settimana che non lo vedo, ma anche, arrivare sfatta da questo viaggio, buttarmi su un letto e sapere che (dopo)domanimattina, sarei svegliata da un caffè portatomi mentre ancora stropiccio gli occhi, e uno yogurt. Perché in sta settimana sono andata in astinenza da ‘colazioni come dico io’, e per quanto siano stati delish i Tacos mi mancano la mia granola con Greek yogurt e berries. Sono certa che qualcuno proverebbe a trovarli per me. Probabilmente con scarsi risultati, ma quel che conta è il pensiero (e i berries, almeno, anche se fuori stagione, pls!). Perdonerei persino il clank clink clank del bambino che mi pedala sopra la testa. Solo per questa volta.
“Casa non è dove sei nato, ma quel posto dove i tuoi tentativi di fuga cessano”.
Ma io ho un’inquietudine interna che mi fa pensare continuerò in qualche modo a scappare, che casa mia è il mondo, voglio sia il mondo, ho ancora così tanti posti da vedere ….e mi piace parecchio osservarmelo da sola, ma anche girarlo in compagnia, ma anche, di nuovo, misurarlo al passo solo mio per riportare tutti quei passi alla “destinazione” finale. Chiamasi abbracci.