Di pene e piselli e espressioni.

Soundtrack: “In questa città'”
Max Pezzali
Pavia, 14 11 1967 dice Google
sto chiedendo a YouTube e ai cookies com’e’ che mi hanno fatto arrivare qui ….
Voce che porta ricordi di estremi giovinezza



Non si è mai troppo grandi per restare bambini. Ed è sempre una meraviglia avere qualcuno con cui fare gli scemi. Ma continuiamo a non esserci, cari. Sticazzi.
Sticazzi, quanto sei bella stasera’ deve arrivare come un complimento, mica come un’offesa.
Se no sticazzi vedi come usciamo a cena venerdì’ sera.

Che poi scusate ho appena letto sto commento: “come spesso avviene nella nostra lingua, il pene e’ usato come sinonimo da ‘cosa da nulla’.”
Ora non mi pare di avere mai sentito qualcuno urlare inalberato ‘ca**o’ volendo dire CHISSE.
Le pene, il pene, sono tutte sfumature importanti. Abbiate il coraggio di dire che no.
Pure il pisello della principessa, sebbene minuscolo, riusciva a darle fastidio.

Quindi mi spiace, accetto le versioni sulle origini del termine, ma continuerò a credere di avere ragione io.

E devo dirlo, mi sento un po’ tradita da Max, ogni volta che mi capita all’orecchio quella canzone su quella citta’ che anche quando vorrei dare un calcio a tutto sa / farsi bella e presentarsi col vestito buono/ sussurrarmi nell’orecchio che si aggiusterà.
Max, tu, Pavese, che si capisce sei del Nord che guidi da sfigato, (oh ma da che parte stai? tirati la zappa sui piedi) ci dici
“Se no anche sticazzi, che se non passera’ tu vieni su al Gianicolo a guardare la città'”

Io dico.:
Tu portami al Gianicolo a guardare la citta’, poi io con la mia maglietta rossa coi bicchierini pieni di acqua
e gli occhiali da sole, come in quella foto, guardo giu’ e dico
“Sticazzi che meraviglia”.
Voglio vedere chi potrebbe mai darmi torto.

Ps Non tutti lo sanno, ma FacciaLibro mi ha bannato originariamente il post sull’amore che conta, non mi hanno spiegato bene il perche’, temo fosse la foto … spero che non si inalberino sulla foto qua sopra … se no sticazzi? OOOppppss, sticazzi avete vinto voi.

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Workin moms

Lei è la creatrice di workin moms, nonché attrice e mio personaggio preferito nella serie. Forse perché mi ci immedesimo molto … ma non vi farò lo spoiler.

Io guardo pochissima tv e come chi mi sta attorno ben sa non sopporto le series, perché mi sembrano non finire mai…

Ma workin moms è riuscita a fare il miracolo…ebbene sì, sto già a metà della serie tre. Non c’è bisogno di essere madri o genitori per apprezzare…. Totalmente reale, onesto e hilarious.

E in più secondo me lei è molto bella, che se mi piacessero le donne penso potrei innamorarmi davvero di un tipo così.

Mio figlio dorme. È ora di fare binge watching! Pure per una come me….

Notte

Tre solstizi fa

L’amica mi ricorda che tre anni fa a quest’ora firmava le carte per diventare moglie.

Io conto che tra un po’ non troppo lontano ormai saranno tre anni che attendo carte per smaritarmi…
Attendendo il giorno in cui il C(coniuge)CCE diventerà finalmente C(olui)CCE … dovrò poi sicuramente fare una festa. Ma non preoccupatevi non ho nessunissima intenzione che sia quel tipo di festa. Gia’ dato.

Lei aveva sogni da Principessa, e dopo immense rotture al fidanzato ce l’ha fatta. (Quanti anni di insistenza? Me lo faro’ dire…. che ho perso il conto ah ah ah). E ne e’ uscita proprio una bella festa, ma anche il pre-festa non e’ da dimenticare. Per 3 motivi in particolare:

1) un gioco stupido in cui prendiamo una coppia a caso e chiediamo dieci buoni motivi per sposarsi.
La cavia, neo-divorziato con la nuova fidanzata appresso, non ce ne regala manco mezzo.
Ma mi guarda negli occhi e fa una profezia sibillina. Il Mario che resterà nella storia.

2) un discorso che scrivo per la mia amica.
Che ha lottato tanto per avere quel giorno, e ha tirato fuori unghie , denti, sudore e pure un cane adottato in ricompensa (un giorno vi spiegherà lei, forse).
Il discorso citava un “prendersi cura dei propri sogni”, frase che mi era stato regalata tipo vent’anni prima, prima che partissi per quest’isola.
Una citazione che ha scatenato una serie di eventi rocamboleschi che sono passati nella storia., e ancora, a quanto pare, non sono passati dalle storie di qualcuno…

3) la maglietta rosa ‘follow your heart’ che ancora indosso.

Io dovrei stare dalla parte del martirio dell’amica, del “e’ solo un pezzo di carta” (si ma che du ball a stracciarlo ci vuole una vita, piu’ che a farlo), dovrei ricordarle che aveva una bellissima famiglia pure prima e che sicuramente non sarà cambiato nulla.
Perche’ io da piccola volevo fare il pirata, e non la bambolina in un vestito di tulle.
Se magari avessi ascoltato le mie stesse parole PER BENE e su di me stessa, ora non avrei ste faccende burocratiche da sbrigare…
Ma intasco perche’, dicono, per amore, qualche compromesso fatto va.

Ho imparato pero’, poi, che, per nessuna ragione al mondo, bisognerebbe mai smettere di prendersi cura dei propri sogni. Non solo a vent’anni.

Dunque stasera mi inchino a lei, che diversissima da me ma rompiballe almeno quanto me, ha messo una fede al dito al malcapitato chitarrista. E che ha realizzato il Suo Sogno.
E BUON ANNIVERSARIO. CHE OGGI SONO TRE.

Locckdownlontano

Finalmente Lockcoviddown sembra piu’ lontano.
Mio figlio e il suo migliore amico che si (mi) svegliano alle 8 di domenica mattina…. normalmente li ammazzerei, ma sto giro è molto speciale, Il primo sleepover del 2021. Ed e’ perche’ finalmente e’ legale avere in casa qualcuno. Quasi mi commuovo.
Hanno 9 anni e anche per loro sto Marzo 2020 / Giugno 2021 in isolamento quasi costante non è stato semplice….

Vedo loro, e guardo me.
Penso a tutte le volte che durante la pandemia ho benedetto il cielo perché avevo gli abbracci di mio figlio, la salute, un tetto, cibo, un lavoro. A tutte le volte che ho urlato che non ne potevo più, tutte quelle in cui mi è mancato potere avere la presenza fisica di adulti attorno. Ho benedetto il fatto di vivere entro 5km dal regional park, e appena ci hanno lasciato fuori dai 5 il fatto di abitare in un posto dove il Mare e’ la vita per me.
Ho cucinato un sacco, mangiato un sacco, smesso di mangiare (tranne che le unghie), iniziato cose lasciate a meta’, ripreso cose che mi fan un gran bene (date la colpa al Covid di sto blog).

Guardo loro, vedo me e penso che nonostante tutto non mi sono MAI sentita sola.

E allora GRAZIE.
Agli isolani, per tutto. Dal filo che chiaramente intreccia i cammini miei e della fan di PG, ai tanti caffe’ e al Natale piu’ bello che mi potessero regalare in pandemia, alla cura di una che mi ha cibata, accudita, e sempre offerto una mano senza che dovessi chiederglielo. Alle donne clan CCCE (ci si vede molto presto!!!). Alla mia omonima e i nostri vocali schizzate tra tossi e vaccini da fare. Al duo madri grazie a cui i nostri figli non si sono mai in qualche modo persi di vista. A te che finiamo per ricordarci di centrarci a vicenda, ogni volta che ci si rincontra.
Ai colleghi, pure a loro, che mi hanno sostenuta in questa nuova impresa di ‘la casa, tua prigione, e’ pure il tuo ufficio’. Tutto e’ stato molto prezioso.

Grazie a quelli “nel continente”, lontani da tanto ma da sempre vicini.
E a quelli che sono venuti a trovarmi negli unici pochissimi mesi in cui si poteva.

A chi mi ha ricordato ogni santo di questi 456 giorni che sono una rompitosta, e ce la posso sempre fare.
Accendendo sorrisi, asciugando qualche lacrima.
E a chi cerca di insegnarmi, con pazienza e lungimiranza (ci arriverò prima o poi) che si deve pure piangere, ogni tanto, e pure a dirotto. Una cosa che io devo ancora imparare.

Come dico sempre: l’Amore ha molte forme, e anche Conta (cit. ma rende bene l’idea).
Questa stagione Marzo 2020/Giugno 2021, mi ha ricordato per l’ennesima volta di quanto io sia fortunata ad averne sempre attorno.


Taglia Limoncello

La Gazza, mia amatissima blogger, posta una foto del suo decolte’ su un social. Commento:
“Piu’ che in una coppa di champagne, in un bicchiere da limoncello”.

Mi immedesimo moltissimo ma invece che piangere, sto giro, me la rido. Divertita, e di gusto.
Non e’ mal comune mezzo gaudio, e’ l’ironia onesta di sta donna. l’ironia che vince sempre.
Scansatevi paranoie.
Dunque, anche stavolta, non spendero’ i miei risparmi per prenotare un boob job, e perdero’ un’altra essential reason per volare a casa. Pazienza.
Pero’ ho deciso che il 20 Luglio me ne vado a Firenze, a trovare Sara Gazzini. E Bono, che probabilmente sarà rimasto li. Perché qua e’ già’ tornato l’inverno.

Intanto lancio un altro dei miei inutili sondaggi. Superficialmente estetico.
Saran belli I culettini, o le gambe nel tutu’, ma le tette, ma le tette, non vi piacciono di piu?

Cerco un pubblico onesto, che quelli che ‘ma voi donne, siete fissate(tte)’ ancora non mi convincono. Non mi fido di certi loro ‘incoraggiamenti’ perche’ mi sembrano sempre un po’ campati in aria, tipo: almeno ti puoi permettere certe scollature (quelle che non noteresti mai), tu puoi correre liberamente (e tu no?), dimenticare reggiseni (e tu no?), rappresentare bene la Pianura Padana (piccoli Longobardi non crescono). Dai, almeno non pesano (quanti euri al kg?), non ti fa mai male la schiena (chiediti davvero perche’).

Ti rifilano tutto sto genere di stronzate, pero’ poi muoiono davanti a BayWatch, alla collega scollata strabordante in ufficio, o alle magliette bagnate.

Non c’e’ niente di male ad ammettere che le dimensioni contano, su. Non vi si ritorce contro, ve lo prometto.  Volterei gli occhi anche io, credo, se mi piacessero le donne.
Ma a me piace Damiano Masekino, perche’ assomiglia molto a me, partendo dal suo kajal fino ad arrivare al suo petto. Forse siamo gemelli separati alla nascita. 

Ma che dico, certi uomini davvero notano altre cose tipo: l’intelligenza, la brillantezza, la simpatia, la fantasia…
ma prima o poi arriva COMUNQUE il momento di spogliarsi.
E probabilmente un push up wonderbra e’ piu’ ammazza sesso di un paio di slip su un uomo.
E persino delle ballerine. Non so, ditemelo voi.

Io immagino la scena:
“No, scusa, ehm, forse mi sono sbagliato”.
E non e’ che al buio cambi qualcosa. Almeno la mutanda non mente sul contenuto. 

Ma in fondo a me che importa?
Ho un’enorme fortuna dalla mia parte: i geni di discendenza materna
Le donne della stirpe V., e’ risaputo, nella vita se la cavano sempre e comunque: abbiamo decisamente culo. 

“Tuo zio mi dice sempre che sono piatta, ma almeno ho la retromarcia”.
E quando cresci con uomini attorno cosi’, non solo cresci bene, piena di amore, ma impari anche che mai prenderti mai troppo sul serio e’ davvero la medicina per tutto.
E impararlo da bambina riuscendolo a trasportare nella vita adulta, e’ una grande fortuna.
Che se van bene le mie tette, ochei, se no ochialter.

Quanto mi mancate….

IL PRINCIPE che non voleva …

Sti tempi tutta la controversia sul consensuale, tirando in mezzo Biancaneve.
Dico io, ma Biancaneve? Povero Principe Azzurro. Lui, sono certa, davvero la voleva salvare.
Attenzione, non sto negando la validità o l’importanza dell’argomento, ma penso che forse ci sarebbero stati altri esempi piu’ eloquenti da porre…

Ma vi ricordate gli altri cartoni che guardavamo da piccoli?
Tutte ‘favole’ in cui ci passavano storie di sesso più o meno lecito, che se ne potrebbe fare un post.
Io mi limito a citarvi Abel e Arthur. E Georgie che si passava a turno i suoi fratellastri. Noi siamo sicuri che questo fosse consenziente, sano e pulito?
Ma li trasmetteva Bim Bum Bam sti cartoni, con Paolo Bonolis, Manuela e Uan. Che male ci poteva essere?

C’era pure Lamu’ che tutti i maschietti guardavano felici, e i commentini che uscivano erano sempre molto esilaranti. E che faceva puntualmente venire complessi di inferiorita’ a noi che cosi’ belle non lo saremmo mai state.

C’erano Candy Candy, Mila e Shiro, Anna dai capelli Rossi, Sara Lovely Sara, PollyAnna in braccio dello zio, Papa’ Gambalunga e Piccoli Problemi di Cuore. C’era Occhi di Gatto che faceva sesso col poliziotto Matthew, non perché lo amasse, ma per non dare sospetti… e vogliamo parlare di Margot con Lupin?

Aperte le danze. Quale tra queste o altre storie perverse era la vostra preferita?


Comunque. A proposito di consenso. Diciamocelo, nemmeno sono sempre le donne a rifiutarsi, anzi.
Non siamo piu’ ai tempi del ‘ho mal di testa’ univoco. Abbiamo viziato troppo i nostri amici maschietti, ora ne paghiamo le conseguenze. L’emancipazione ci ha fatto male, donne.

C’e’ un aneddoto nella mia cerchia di amici che fa cosi:
Lui l’ha invitata a cena. Lei e’ andata a cena. Ma piu’ della cena, e’ il dopocena che e’ passato alla storia.
Hanno magnato, e magnato bene, molto bene, e soprattutto molto. Focalizzatevi su molto.
Ora, si sa che mangiare con gusto e’ quasi bello come fare l’amore …. ho detto quasi.

Le cose piu’ belle della vita
O sono illegali
O sono immorali
O fanno ingrassare

George Bernard Shaw


Tutto molto romantico, perche’ io ve l’ho detto che di uomini romantici ce ne sono e ne esistono ancora.
Candele, calice di vino, cena preparata dalle sue manine. Un uomo che cucina, ha sempre mille punti in piu’.

Sara’ che siamo emigrate in un posto dove il cibo non e’, per cultura popolare, tra i desideri primi. Mi sorprende che la citazione qua sopra venga proprio da un’isolano, ma lui era avanti….
Sara’ che i nostri CCCE questa cultura la rappresentavano fin troppo bene. Troppo. Una volta il mio mi ha detto:

Voi (Italiani) vivete per mangiare, noi mangiamo per vivere



non gli si può forse dar torto, ma e’ un pezzo di mondo a cui io non voglio piu’ rinunciare, e evidentemente non sono l’unica….

Sara’ che troviamo molto seducente un uomo che mette passione, amore e gusto in tutto quello che fa.
Anche nelle cose semplici. Anche se e’ solo una pasta. Anche se e’ solo un aglio, olio e peperoncino alle 9 di sera con 52 gradi e te che grondi tutta l’acqua di cui e’ composto il tuo corpo e non sai se sopravviverai.
Ma sei seduta. Senza muovere un dito. Mentre gli guardi le spalle, ti godi il momento, e pensi di essere davvero fortunata. (Complimenti: intascare e mettere via).
Perche’ e’ facile portarti al ristorante….

Allora, si diceva, l’amica e’ andata a cena. Atmosfera perfetta, serata perfetta. Uno di fronte all’altra, tutta sera a chiacchierare guardandosi negli occhi.
Dopo il caffe’ lei si e’ alzata, ha girato attorno al tavolo, e’ andata a dargli un bacio.
Un bacio tira l’altro….

L’amico dice che era davvero pieno.
L’amica dice ‘mi ha detto, letteralmente: no, dai, ho appena mangiato’.
L’amico dice che era vero, e lei se le e’ legata al dito per nulla.
L’amica dice che sarebbe stato il finale perfetto per una serata cosi perfetta. Che ha continuato a essere perfetta, ma che comunque le ha fatto (sor)ridere il modo. Se l’e’ messa in tasca, ma la tira fuori ancora…
Ha sfondata una vaschetta di tre kg di gelato per compensare. A volte il cioccolato puo’ fare magie.
E non se le e’ legata al dito, ma ha raccontato a tutti che lui le ha detto di no una volta. Che comunque non e’ galante.
Pero’ continuano a volersi bene ed hanno raggiunto un agreement: d’ora in poi lui seguira’ ligiamente la sua dieta vegana da 10 kcal al giorno.
Noi amici diciamo che l’importante e’ che il tutto sia consenziente, non importa se la parte in questione e’ Bianca o il Principe. Ma non siamo davvero sicuri che il Principe sia disposto a mangiare cosi’ poco. Lo stiamo lentamente perdendo di vista – perche’ a quanto pare la dieta lo sta facendo letteralmente scomparire….

L’episodio ha dato il via a una conversazione tema: anche se questa non era una scusa,
quali sono le scuse piu’ idiotiche che abbiate mai ricevuto?
Una volta ho invitato un tizio a una mia festa di compleanno, esilarata dall’idea che i genitori fossero via ed avessi tutta la casa per me,
lui mi ha risposto
‘non posso, devo innaffiare le piante di mia madre’
Vi giuro che e’ vero, che ne scrivo tante di cazzate, ma questa e’ storia. La festa iniziava alle 9, e lui, come anticipato galantemente, non si e’ presentato.
A mezzanotte, poi, mi ha suonato il campanello portandomi un regalino.
L’ironia e’ che fosse un libro intitolato “Ti voglio tanto bene”. 3 ore per innaffiare due vasi. E quando arrivi nemmeno sali. Ti voglio tanto bene alle tue piante. Se me lo ricordo ancora un motivo ci sara’.

Ma ne ho sentite anche di peggio, nella stessa era.
Tipo: Lei tutta in tiro carina, che aspetta lui a sorpresa in casa sua, lui che entra e si ritira dicendo “devo portare giu’ la spazzatura”….

Ora non so se vent’anni fa in Brianza girasse qualche specifico veleno per rendere tutti questi uomini babbi, ma sono sicura non siamo state le uniche. E che, soprattutto, non fosse colpa nostra.

Fatevi aventi, mie principesse e principi, e raccontatemi dove si va quando il mal di testa o la panza piena sono state usate talmente troppo che bisogna cambiare disco….

Good luck.

Perché lui è Bono

You could have flown away, 
like a singing bird in a open cage 
who will only fly, only fly 
for freedom....

Bono avvistato all’isola d’Elba.
Ok, sarà pure arrivato con uno yacht privato.
Ma mi pare che il calendario sia uguale per tutti, e non siamo ancora al 19 Luglio quando il gentil governo ci concedera’ finalmente di muoverci, perché ne abbiamo bisogno, o voglia, senza necessariamente avere la GIUSTIFICAZIONE.
Com’è che lui può uscire da questa isola che è da sempre casa sua (per andare in vacanza)
e noi non possiamo tornare a un’isola che è da sempre di casa nostra (per tornare a Casa)?
Ditemi che aveva una ragione essenziale.
Tipo scappare dal freddo o dalla pioggia -> È anche la nostra.
Tipo andare a trovare la sua famiglia -> no quella sta a Dalkey mentre la mia in Brianza, vedete l’ironia.
Tipo che si rende conto di quanto sia meravigliosa l’Italia -> l’abbiamo imparato anche noi, grazie al.
E saluta persino alle telecamere, e ai fan. Non si rende conto…
It’s a beautiful day, staring at the sun, I’m not the only one (certo gli altri sono andati alle Canarie con la scusa di rifarsi le teethe, o I denti).

Dobbiamo perdonarlo Paul? Forse si è solo confuso.
Non aveva ancora trovato quel che cercava, e si è messo in viaggio in mare dove le strade non hanno un nome, e ha detto al Taoiseach che può vivere con o senza di lui. Ha dovuto finire in Italia per il suo acquisto. Tanto i 4000 euro di multa se lo beccano, non avrà certo problema a pagarli, lui
Mai avrei pensato un giorno di diventare invidiosa di una star.
Ma non lo odio, e so che ha carisma, e con quello ne fai di strada.
Perché l’ho visto. Perché non ho mai più visto un concerto così.
E sono ormai mille anni fa, quando, a Croke Park, potevamo stare ammassati respirando uno accanto all’altra senza lontanamente immaginare che un giorno una pandemia avrebbe bloccato tutte le gigs.
Quando gli stadi li riempivamo per la musica, e mica per fare vaccini.
Oggi è toccato a me (alleluia), in fila col mio numerino, solo che non c’erano bagarini a rincorrermi.
Mi ha fatto strano stare in uno stadio dopo tanto tempo, con tante persone così ordinate.
Boot 4. Ciao, grazie, alla prossima. E tra poco più di un mese avrò finalmente il mio green pass.

Paul non ha dovuto aspettare. Perché io sono intelligente, simpatica, bellissima, piena di talento. Ma lui ha una qualità molto importante a suo vantaggio: è bono. Di nome, di fatto. Avrà certamente sedotto tutte le poliziotte donne, da Dublino, alla Francia, a casa nostra.

Paul quando torni a casa, dalla Toscana, portaci una canzone.
Pensa a noi onesti cittadini che rispettiamo da babbi tutte le regole.
Sai? Faraway so close, e questo ATL, è davvero molto bello, e romantico, e quel che vuoi.
Ma ci siamo rotti le scatole di correre per restare fermi e se la cosa più dolce è scrivere una canzone per qualcuno, la serenata la vogliamo fare dal vivo. Con le stelle, i grilli e da balconcini che qua non abbiamo.
E sarà un giorno bellissimo.
Perché tutto quello che non puoi lasciarti a dietro è anche, semplicemente, a volte, pelle.

Ah la la la de day

Ah la la la de day
Ah la la de day

(I see two airlines, but I only see one way out – a boat).

Ma per fortuna o purtroppo lo sono



Io mi sento sempre un po’ cittadina del mondo.
Io non mi sento Italiana, ma per fortuna o purtroppo lo sono (per scopiazzare GG).

Io non mi sento Isolana, ma per fortuna o purtroppo (non) lo sono, almeno ufficialmente di cittadinanza.
Cosa faccio qui?

  • Mi esalto appena esce un po’ di sole
  • Ho la pelle scura
  • Continuo a dire che l’ananas sulla pizza non ci va
  • Non ho imparato a bere prosecco alle 3
  • Lascio entrare mio figlio nell’oceano a dieci gradi
  • Mi scotto senza crema 50
  • Mi piace la pizza pepperoni
  • Ho imparato a bere il FINTO cappuccino a tutte le ore



Io non mi sento, spesso, Brianzola. Ma parrebbe comunque lo sia.
25 anni della mia vita passati li, non so cosa abbiano esattamente fatto di me. Nel bene e nel male:

  1. Non sono abbastanza quel tipo di Brianzola che si interessa allo sport dello spetteguless.
  2. Non so fare la cassoeula (lacrime, lacrimosi e alluvioni)
  3. Faccio ormai tantissimi strafalcioni in Italiano. Figuriamoci in dialetto. Seppure sia de ca’ mia. So minga bona.

    Pero’, anche:
  4. Non so mai stare ferma e mi sono voluti cent’anni per imparare l’ arte del relax. Cosi’ ora quando torno trovo tutti nevrastenici che non sanno godersi l’oziare.
  5. Il mio guardaroba piange da solo, perché sebbene io abbia dato la colpa del non aver nulla alla pandemia e ai negozi chiusi, io odio fare shopping e spendere dane’ per me stessa. E due paia di scarpe poi a che servono? Finche’ non si rompono…
  6. Sono parsimoniosa, fin troppo ma al contrario di un Brianzolo vero non ho la banca piena di risparmi.
  7. Ho una Punto che stara’ con me finche’ regge, avrei scelto un Pandino, ma non l’ho trovato.
  8. Non so stare (ancora) ferma, ma sto migliorando col tempo. Tanto che ora quando torno a casa mi inquietano tutti questi personaggi che devono sempre avere qualcosa da fare, e che la mattina, alle 8 suonano i campanelli per farsi invitare a bere un caffe’. E sono già vestiti.

Durante i miei soggiorni Brianzoli se io sto in pigiama in salotto a cazzeggiare con mio figlio fino alle 10, suo nonno dopo un po’ inizia a innervosirsi. Non lo biasimo, e’ 60 anni che vive tra fa’ na i man. Io gli dico che siamo in vacanza, ma … stare fermi sul divano quando il mattino ha l’oro in bocca?
Mai. Vestitevi, lavatevi e se proprio venite con me in discarica. Va’ che bel.
Persino Falqui (un mio compaesano vip) ha dovuto inventarsi il confetto cosi’ poteva andare in bagno e starci per ore, senza che nessun fa na’ i man avesse da ridire. Ed e’ persino diventato ricco. Chiedetevi perche’.

Otello mi dice che ho un cuore di panna.
Come quella che a casa sua si mette sul gelato. E’ una bomba calorica stragolosa, ma a ca’ mia, al Lecca Lecca, il gelato e’ un cono e due palline, se ci mettessero pure la panna ti costerebbe almeno 10 cent extra. La panna, cari miei, non serve, fa solo ingrassare. Madonna che bontà. Ma una domani te set mia… magari ti fa venire dieci kg in piu’. E poi non ci stai piu’ sull’Ape Car, e devi ricomprarti il vestito bello. Non mi serve.

Otello dice pure che:
1. sono una da caciara, na ciciaruna insomma. Un personaggio che starebbe bene in osteria, a fare un giro di passatella. Con tanto di coltellacci perche’ sono una donna feroce.
Io sto sempre meglio a Rossino, e se proprio proprio i coltelli (svizzeri) li uso per sagomarmi un bastone per andare in Grignetta. Ma Otello che ne sa, le sue mica sono Montagne.
2. non sono una che va persino la domenica mattina a lavorare nella fabbrichetta del papi, ma una donna da gita in spiaggia il weekend. Questo sarebbe pure vero, ma il mare piu’ vicino alla Brianza e’ a Genova. Quindi non si puo’.
3. sono una che ha abitudini che non tutti i fa’ na i man comprendono, e sa che apprezzerei la dolce vita.
E io la dolce vita la apprezzo e come, e pure la sua amatriciana, e soprattutto la sua amatriciana. Ho pure smesso di essere vegetariana per lui.
E lui ci prova, ma, nonostante tutto, per la gola o per i gatti, ancora non mi prende.

Perche’ forse ha ragione la MIA Virgi, e moglie e buoi dei paesi tuoi stavolta me lo tatuo sulla caviglia.
C’e’ solo un uomo a cui veramente anelo, ora, perche’ viene dal migliore dei mondi.
So chiama Corrado. Padre Siciliano e madre Brianzola. Lui si che mi capisce.

Ve lo presento. “La condivisione e’ bella”, dice. E allora condivido.

Disclaimer: il video e’ un po’ lunghetto, ma non ho trovato spezzoni, dunque …Lui e’ stupendo. E … riesce sempre a strapparmi un sorriso, anche quando ci dipinge come deficienti assoluti.

https://www.youtube.com/watch?v=xAAhlDLwL5o

Tre donne e una mutanda


Ogni tanto si cazzeggia anche noi. La stupidera, si sa, avanza parallelamente all’eta’.
Nel tentativo di convincermi che a PostalTinder potrei abituarmi anche io, le amiche single mi portano in un weekend all’avanscoperta di ‘quelli che vediamo in giro’.

In spiaggia.
Guardando i coraggiosi che fanno il bagno.
Ci hanno sempre insegnato che sono gli uomini che fanno calare la palpebra, sono gli uomini che si interessano al sesso, sono gli uomini che rimorchiano per primi.
Esperienza dice invece che sono gli esseri umani.

Solo che noi non entriamo in acqua con le mutande. O anche – non entriamo in acqua con dieci gradi.

Non ci prendiamo mai troppo sul serio, e sappiamo:

  • di non essere fotomodelle
  • di avere un IQ cosi’ alto da spaventarli tutti
  • che vivendo in semilockdown la prova bikini e’ lontana. Dunque alla cellulite non pensiamo. La panza? durante il lockdown non abbiamo fatto altro che mangiare. Perdonateci, ogni altro piacere ci era precluso. Persino quelli che ci avrebbero fatte dimagrire, vedete voi.


Sorvoliamo su noi stesse e ammiriamo la coraggiosa fauna locale, che cresciuta con 15 gradi medi all’anno a 20 gradi (alleluia ogni tanto capita) e’ felice di sguazzare nell’oceano. E SENZA muta sto giro.

Perciò quando vediamo Ciccio uscire da sirenetto dalle onde un paio di domande ce le facciamo.
1. Come fa ad avere più tette di me?
2. Nemmeno Raul Bova in quel film si poteva vedere…
e si lo so che non siamo modelle, ma il costumutandino no dai. Senza offese.
Abbiamo gusti molto diversi, ma concordiamo su una cosa:
dopo il calzino a letto, la mutanda vince per essere la cosa più antisexy del mondo. O forse vanno persino pari.
Spogliatevi gente, e stupiteci.

Poi ci chiediamo cosa preferisca il sesso opposto. Quindi chiamiamo l’aiuto a casa. E interpelliamo l’amico cuccadores. Altro single che pero’ single non resta mai a lungo. Perché e’ Teddy Bear, e ha la schiera di donne che lo aspettano. Sempre.

Ma tu preferisci i boxer o le mutande?
“Mutande al lavoro, boxer fuori. Par condicio.”

La risposta ci piace. Sappiamo che regalargli il prossimo compleanno. A strisce bianche e nere. Forza Torino.

Ci chiediamo cosa potremmo imparare da lui. Lui ci direbbe innanzitutto ad ascoltarlo, e che ce l’aveva detto. Donna avvisata. Il prossimo fidanzato, dice, deve avere il suo approval.

Ci chiediamo come e’ che tutte le donne caschino sempre ai suoi piedi, senza che lui faccia nulla.
Poi ci ricordiamo che invece tanto l’ha fatto.

Pure con quella stronza che gli ha detto ‘se vuoi uscire con me, devi chiedermelo in carta bollata’, pensando di fregarlo per sempre.
Lui ha chiamato un aggancio in Italia e la carta bollata se l’e’ fatta spedire veramente. E sulla carta bollata le ha scritto una lettera. Chiedendole il numero di telefono.

Come quando ha fatto IL PRANZO per un’altra. Composta da un menu’ sensoriale che noi mai riusciremo a replicare. Dall’aperitivo al dolce, con sorbetti e altre pause intermezzi. Il pranzo cominciava verso le 11 e finiva la mattina dopo.
E la lei di turno l’aveva cotta, a tavola, sul forno, ovunque. Dici scemo.
Io sono qui che ancora aspetto una cena, e ho molte meno pretese. Mi basta arrivare col vestitino bello, una bottiglia in mano e trovare tutto pronto. Dall’antipasto al dolce, all’entrata illuminata di candele.
Mentre gli giro per casa spiando tra i suoi libri e cd.
Ma cosi’ non vale, dice lo chef, che “e’ cosi’ romantico cucinare assieme”. Dici scemo.
Cosi’ io spadello mentre lui fuma la pipa per dare sapore di carbonella alla carne. Si gioca il vestitino, ma non e’ abbastanza lungimirante.

Noi contiamo sulla punta di mezza mano, Teddy Bear non conta piu’.
Ma continuiamo a volere uomini che fan gesti come lui … scusate sarò antica.
Perche’ i gesti, rimangono e dimostrano e richiedono impegno. A parole si fa tutto ed e’ tutto facile. Anche l’amore (tranne l’ATL…).
Perche’ siamo idiota romantiche. E ci fregano le idee di quelli. Quelli che:

  • Ci portano a vedere le stelle.
  • A vedere tramonti.
  • Ci dedicano canzoni.
  • Ci fanno un regalo inaspettato in un giorno qualunque.
  • Ci leggono libri prima di dormire.
  • Prendono biglietti del treno per farsi distanze chilometriche per vederci anche solo mezza giornata.
  • Ci scrivono lettere carta penna e francobollo. Nel 2021.
  • Ma soprattutto, portano la colazione a letto



Il mondo qua ci dice “belle ciccie, siete viziate, perché venite da un paese di Latin lovers”.
Altri dicono “nei film”.
Ma noi tipi cosi’ li conosciamo dal vivo, ed e’ sempre bello, nella dose giusta, averli a fianco.
Perche’ siamo donne dure/toste/indipendenti/che fanno sempre tutto da sole/nonciammazzanessuno.
Lo siamo sempre state.
Ma ogni tanto sapere che c’e’ qualcuno che non approfitti un po’ troppo di questa nostra forza fa bene.
Chiedeteci la (pen)ultima volta che stavamo male chi ci ha portato la medicina a letto. Noi stesse. E non perché non avessimo un uomo accanto.

E allora abbiamo imparato le nostre lezioni. E ci siamo ri-innamorate di questa specie di uomo che voi crediate sia in via d’estinzione. O fantascienza.

Ma vi giuriamo, esistono ancora.
Possono assomigliare a Chris Pine, Capparezza, o a Claire quando fa la compilation per Drew.
Possono essere alti, bassi, avere la tartaruga, avere la panza.

Basta che quando si spogliano non abbiano le mutande.

Parole prest-a-te

Atterrati su in Brianza come un 747 siam cresciuti di nascosto come le castagne matte. 
La regina Teodolinda ci faceva l’occhiolino ma noi irriconoscenti 
(non le siamo stati vicino). 
E ora ci manca casa. Bravi fessi. Cacchi nostri che abbiamo scelto di emigrare)
"Lombardia" - Mercanti di Liquore

Parole pre estate, prestate a te.
Un biglietto ricorda quanta Vita sia passata di mezzo.
Comica, testona, imprevedibile. Quanti lockdown prima del Coviddi ci hanno pure offerto. Tipo a tre per due.
Quanti biglietti presi, ripresi, spostati per tornare a casa. O più semplicemente, tornare. O torn’Are.
Quanti giorni su un totale di 731 siano stati nostri. Quante vacanze a Settembre, karaoki stonati, 40 gradi sudati. Gelati divorati. Divorato tutto giorno per giorno. Con un bagaglio di pettegolezzi che si trascinavano a dietro. Facendo la storia degli altri. La nostra? La vita è molto più sorprendente di un film. E la fisica quantistica la dice lunga sulle energie che si intrecciano ai tarocchi. Ve lo raccontassero, non ci credereste mai. Ma è tutto vero.

Condannati per presunta congiunta associazione a delinquere non si erano mai incontrati prima.
Finché un bel giorno hanno deciso che tutti questi sospetti, puramente infondati, (perché parla, la gente parla) era inutile portarseli
sulle spalle
senza nemmeno essersi mai visti in faccia.
O essersi stretti almeno la mano.
Così quando la giuria ha dato per assodato che il caso poteva essere chiuso decidendo che il clan certamente era stato dissolto, sti due sono diventati amici.
Con cotanto di presentazione prima ufficiale su un binario 1, anni fa, che oggi fa esattamente 2.
E finalmente guardandosi negli occhi.

“Piacere, mi hanno detto che so che numero di scarpe porti. E che conosco la costellazione 32 di nei sulla tua schiena.”

“Piacere mi hanno detto che avevo una mistress bellissima, ma qui vedo solo Miss – Tr – E – S (Miss troppo eccessivamente scema).”

“Ti importa dopo tutti i modi in cui ci hanno dipinto?”

“In effetti no, vieni, ti offro un cicchetto su quel ramo del lago di Manzoni che altrimenti non conoscerei.”

Affare fatto. Davanti alle mie montagne ed al mio lago, che non cambiano mai, ogni volta che torno a casa.

Davanti al suo lago famoso perché è toccato a tutti studiare i Promessi Sposi, e alle sue montagne, che sono montagne serie.

E ricordando quella sera serena sotto le stelle, seduta su una panchina, di fronte a una barchetta chiamata Giulietta (fa pandane con Romeo, e fa cliché un po’ fuor tono nella terra di Renzo e Lucia) non posso altro che diventare un soffio nostalgica di Casa. Finirà sto lockdown finirà. Torneremo a potere volare. E ad abbracciarci.

Buonanotte Lombardia