Un pezzo di carta

"Adesso"-Chiara Gamberale
Soundratck: Quando Tocca A Te (LL)
Disclaimer: questo e' un post estremamente lungo ... e non per i deboli di cuore.



Ecco, questi forse sono anche questi gli amori sbagliati d’un pelo.
Quelli che, in un giorno di caldo e di vacanza, con qualcun’altro/a accanto, ti fanno comunque dire

“Pero’ che tristezza”…

Perche’ e’ arrivato l’inizio della fine. Agli occhi di sua maestà La Legge.

Perche’ un matrimonio e’, anche, un pezzo di vita che pianifichi, sogni, organizzi, e un inizio di vita che ti aspetti, o per lo meno ti immagini.
Ci finiscono dentro tutte le cose romantiche, banali, importanti, e anche le piu’ cazzute che uno ci mette.
Ci sono gli stereotipi, c’e’ qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio, qualcosa di blu e qualcosa di prestato. C’e’ la buona, ma anche la cattiva sorte. E’ che se questa sorte inizia a sorridere un po’ con l’aria cattiva, capita di chiedersi, a volte, “se un matrimonio e’ una bella promessa perche’ deve diventare una prigione?”.
Non importa chi decide di buttare via la chiave, o che la chiave che avevate che sapeva aprire le porte dell’altro non funziona piu’.
Ci sono i tuoi sbagli, i suoi sbagli, i compromessi, i sorrisi, le lacrime. C’e’ quello che non avresti potuto sapere. C’e’ quello che non avresti voluto vedere. Ci sono le gioie, i momenti, i ricordi, le foto, e tutto quello che invece ha meritato, e che non si butta via.

E oggi c’e’ pure “un pezzo di carta”, che devi leggere, studiare, e poi firmare. Anzi ce ne sono perfino sei, di PDF.
Pero’ su quella email, nero su bianco, Arial sullo schermo, pare forse molto meno “liberatorio” di come te lo immaginavi. E la tua reazione forse un po’ diversa da come te la saresti aspettata.
Perche’ Il tuo matrimonio, oggi, piu’ di ogni altro momento della sua vita, pare proprio solo un pezzo di carta.
Che e’ un valido motivo per non sposarsi mai (piu’). Forse.
C’e’ il nome tuo, quello del CCCE che tra poco passera’ finalmente da Coniuge a colui che chiamo ex.

Tutto a dire che essenzialmente siamo d’accordo.
Cosi’ come eravamo d’accordo una volta.
Avete firmato per iniziare, firmerete ora per finire.

E allora in quel momento non importa se tutto e’ veramente a posto, e se sei felice come se avessi appena mangiato trecento barattoli di nutella (la nutella, i muffin, le colazioni a letto con lo yogurt e le fragole di sti giorni spettano a un’altra puntata). Una punta di ‘melanconia’ fa capolino. Ma dona sollievo avere a mezzo metro qualcuno che sta passando piu’ o meno le stesse cose.
In modo che quando esce inaspettato quasi come dal nulla quel
“Pero’ che tristezza” quella frase non suona come nessuna minaccia, ma si poggia come una piuma, sul lago delle cose che capisci solo veramente vivendo. E benedetto sia.

Cosa capiamo?

  • Capiamo, innanzitutto, che l’amore, anche il tradizionale noioso datato amore a due, rimane comunque una cosa bellissima. La Vita, anche dopo duetrecento lividi, rimane meravigliosa.
    E sono stronzi quelli che, andata a male a loro, vi dicono che l’amore e’ da evitare come la peste. NO. L’amore conta, e che sia un amore sbagliato d’un pelo, oppure perso giocandolo a morra, oppure sbagliato di grosso qualcosa vi avra’ certamente insegnato. E si spera pure regalato.
    Io un bouquet non lo vorrei piu’ prendere in mano, certo. Ma se promettete di lanciarmi delle rosette col salame staro’ al gioco.
  • Capiamo, anche se forse non l’abbiamo mai ammesso, certe “reazioni”. Non siamo d’accordo in principio, ma capiamo. Cosi’ se quella CCCE ha indagato tra amici davanti a due caschi intravisti mollati sul tavolo di una casa che una volta era sua, ci viene una sorta di tenera solidarietà femminile. Anche se il casco due avrebbe potuto essere della portinaia, o della donna cannone. Poi razionalmente ci diciamo ‘ma l’hai mollato tu’ … poi razionalmente via il nome dalla targhetta.
  • Capiamo “la dannazione di chi lascia”, perche’ non e’ cosi’ semplice come la raccontano, e dal fuori non sembra altro che una passeggiata….
    la verità’ e’ che un giorno, Fran, un quadro cade. E tu guardi il buco, e la vite, e ti chiedi da quanto quella vita reggeva a malapena, e ti chiedi cosa potevi fare, c’era qualcosa che potevi fare, avevi bisogno di una vite piu’ forte o era il quadro troppo pesante, o magari il muro che non avevate cementato bene?

    CREDIAMO che ognuno abbia il diritto, ma anche e soprattutto, il dovere, nella vita, di provare ad essere FELICE. E la felicita’ e’ effimera, si sa, ma esiste. E a volte e’ anche un lavoro.
    Nessuno si merita di stare in una storia che non va, che lo si sappia o ancora no…
    Abbiamo il fottuto dovere (e scusate la finezza) di prenderci cura della nostra felicita’.

    Quindi decidetelo voi il vostro per sempre, e fate in modo che ogni amore, per quanto possibile, resti nello spazio in cui non solo 'dovrebbe', ma anche puo'.

    Se siete felici con le rughe e la miopia dopo 50 anni accanto a lui che legge il giornale con la dentiera in tasca, ringraziate del dono, e andate avanti.
    Se russa come un trombone (ma tromba come un russo), e nonostante questo ogni mattina riuscite a perdonarlo e a scovarci melodie che solo a voi appartengono, amatelo, e andate avanti.
    Se avete scelto che per voi amare e’ stare mano nella mano a guardare i vostri figli e nipoti crescere, fatelo.
    Fatelo, ma promettetemi, amici, una cosa: cercate di farlo provando ad essere veramente felici.
    Ci sono miliardi di storie belle la’ fuori, e miliardi di altre che finiscono. Le une non rinnegano le altre.
    Quando siete innamorate di lui che pero’ fa sempre tardi la sera, e chissa’ dove va; o i giorni che non siete innamorate di lui ma fate tardi la sera, a pensare chissa’ dove altro posso andare. Se una volta al compleanno e le altre alle feste comandate diventa un calendario fisso ma voi non volete diventare Santa Maria Goretti. Se il suo idolo e’ Tinto invece e voi pensavate a 50 anni di comprarvi una cintura di castità. Se crescendo assieme siete cresciuti anche un po’ a parte … se se se.
    Giratevi, e guardate tutte le cose belle che quella storia vi ha regalato, se ce ne sono.
    Inchinatevi, e ringraziate la Vita, se comunque ne e’ valsa la pena.
    Oppure, se no, mandate tutto pure a ‘ff, se dovete. Ma poi amatevi di piu’, e levate i tacchi.

    “Abbiate le palle” che i gioielli li abbiate davvero o sia solo una metafora, e quando e’ ora, fatti i conti del caso, se dovete, alzatevi e via.
    Vi diranno che i bambini pero’ “poverini”, vi diranno che potevate pensarci prima, vi diranno che ve l’avevano detto (ma a questo servono certi super-amici, a non essere ascoltati 😉 ), o che non sapete che voglia dire fare i sacrifici (‘i giovani di oggi i sacrifici non li sanno piu’ fare” e’ una frase ricorrente al mio paesello), vi direte un sacco di cose.
    Poi ve ne andrete, e vi sorprenderete persino a benedirlo quell’amore … per il suo il frutto, ogni santo giorno. Perche’ i figli, anche se hanno gli occhi color cielo e non vi somigliano per nulla, o magari soprattutto anche per quello, non sarebbero stati loro senza voi due. E allora quel voi due lo vorrete benedire davvero per sempre. Sempre. Anche quando future mogli wannabe (io non comprendo la fretta, ma contenti loro…), fratellastri e sorellastre di cui non ci ricordiamo i nomi (tale madre) appariranno sulla scena. E dovrete rassicurarli che nessuno mai potrà sostituirvi, a prescindere da tutto.
    Arrancherete, forse, perche’ trovarsi a decidere certi mali minori puo’ pure diventare una scommessa.
    Ma la convinzione che i bambini hanno il diritto di crescere in un ambiente sano e pieno d’amore rimane piu’ forte e quella che l’Amore continua a contare, ecco, vi terranno dritti.
    Ci vuole coraggio, molto.
    E gratitudine verso questa ammaliante avventura chiamata Vita, che quando tocca a te, tocca a te.


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Mare Mare

mare mare
qui non viene mai nessuno a trascinarmi via
mare mare
qui non viene mai nessuno a farci compagnia
mare mare
questo vento agita anche me

Vacanze agli sgoccioli.
Una settimana di mille giri fatti e con un miliardo di cose successe, tante che vi potrei raccontare… vedremo che ne uscirà..
Una settimana contornata da un cielo molto blu, fino a ieri, e un caldino che pareva di essere veramente ALTROVE.

E poi, oggi, QUESTO.


Mentre seduta su una roccia guardo l’ultimo posto in cui si e’ ancorato il Titanic prima di fare la fine che l’ha reso tristemente famoso, mi vien da dire ad alta voce “questo e’ il MOTIVO”.
Il misterioso motivo di cui io non capisco fino in fondo l’origine. Perche’ al massimo sono cresciuta vicino al lago e alle montagne, con il mare piu’ vicino a Genova – 190 km da casa.
Perche’ per me da piccola il mare era una vacanza d’estate, l’anno “fortunato” in cui non si andava in montagna. Una volta ogni due anni. E da ragazza erano le vacanze con le amiche tra le file di ombrelloni.
Allora da dove viene tutto questo senso di appartenenza cosi forte?
Non lo so, eppure, ora, non ne so stare lontana.

E piu’ e’ solitario, piu’ mi tocca. E solo trenta minuti da casa mi sembrano pure un’eternità.
Le onde gonfie che parlano, il cielo che non si sa mai, il vento che canta. Le navi che spariscono dietro le nuvole.
“Il mare d’inverno” dice qualcuno.
Il mare che e’ semplicemente il mare di sempre, per noi che abitiamo da ste parti.
Il mare che mi ha insegnato che ci si butta sempre, anche con l’acqua gelata.
Forse e’ che in fondo sono un tantino irrequieta. Forse e’ che non mi fermo. Forse e’ che ho mille sfumature ma so che il sole c’e’ sempre, anche se a volte non lo vedi.
Forse e’ che davanti a sto mare io mi sento uno con tutto. E tutto il resto svanisce.
Il mare di cui io non potrei piu’ fare a meno.
Poi se mi invitate su una spiaggia Cubana ad abbrustolirmi a 40 gradi, e torno nera, sono piu’ che felice.
Ma c’e’ una parte di me che qua ha trovato Casa.
E anche se non mi spiego il motivo, e’ sufficiente stare su uno scoglio e respirare.

E si sono fatte le 3 ….

Blin-d-ate

Perché poi invece si torna alla realtà. Finalmente si ESCE a cena. E il tempo è clemente, e dunque è persino piacevole starsene seduti sotto a un marquee a parlare con uno sconosciuto. Tutte le paranoie da lockdown svaniscono senza sforzo. Ti prepari come si fa per un appuntamento vero. Ti stupisci di entrare ancora nella mini di pelle, nonostante tutti i brownies antilockcovidnoia. Ti infili quella magliettina scollata nera, che pare quasi estate. E ti copri dello spolverino giallo di mamma. Pensando sarebbe felice di vedertelo addosso.

Che si chiede ad un primo date? Che segno sei, quanti anni hai, che lavoro fai? Cose così, immagini. La serata passa piacevole. Alla fine, alla faccia della ciccia, ti fai persino convincere a dividere un brownie.

Lui si chiama Luca, e tra tre giorni parte per il Giappone. Per lavoro, e ci resta un bel po’.

Poiché io non sono capace di inguaiarmi a cose a km zero. E allora guaio per guaio viviamocelo ogni secondo come viene. Che ora non ho per niente sonno. Ma prima o poi mi addormento, e domani spero di essere svegliata dal profumo di caffè, fragole, mirtilli e yogurt serviti a letto. Invece di essere buttata giù dal letto da un gatto che alle 6 mi arriva in stanza miagolando perché già ha fame.

Dopotutto sono in vacanza. Per una volta, concedetemelo.

(io e Luca abbiamo fatto una scommessa, parlando di “social” e tecnologia moderna. Che avremmo avuto il coraggio di farci “una dedica pubblica” a vicenda. Io sono una donna di parola. Lui? Una donna non mi pare, di parola si vedrà…)

“Aspetto un colpo di vento”

Il lavoro fa male
Lo dicono tutti
E’ meglio fare l’amore…

Una valigia di sogni prima della partenza,
Da LUNEDI’ vacanza

Bum Bum – Irene Grandi

“(Penso) anche che posso andare avanti, stare bene come single
Ma posso anche stare bene con tre uomini ed un cane”

Youtube mi rimporta a una voce che mi fa ricordare di essere vecchia.
La musica italiana che ho smesso di seguire da mo, perche’ io si sono rimasta a Bum Bum o al massimo a

tu credi ma non sai
Cosa e’ veramente importante
Tu sei sicuro
sicuro ma ci pensi sempre
Tu credi che oramai
Io sia la tua ragazza sempre


Vi lascio al ‘mai dare una persona per scontata’, con tutti i suoi risvolti…

Ma sono talmente esaurita che non ho nemmeno tempo per rompervi le scatole con le mie idiozie, carissimi.
Che fortuna …. pero’ tornero’ riposata da questa staycation …. e peggio per voi!!!!

Ci sentiamo presto!

Lasciala come va
Come deve andare
E’ una cometa che sa gia’
Dove illuminare

Che cos’ho
Non lo so

Cosa voglio pero’
Ad ogni modo, allora, cos’e’ tutto questo tormento
Che mi brucia dentro
Vivo perduta nel mare
della mia fantasia
Io lo so, e’ una vita che questa mia vita va avanti cosi
E perche’ no?
Vivo ridendo
E va bene cosi’
Vivo sognando

Azzurro

Cerco “l’estate” tutto l’anno, e all’improvviso eccola qua ….

Vecchie canzoni imparate all’oratorio. Tra queste l’adagio “l’estate sta finendo”, che non ha alcun senso da ste parti. Perché l’Estate, quella con la E, qui non inizia veramente mai.

Ma oggi ci sono 18 gradi, il sole e manco un filo di vento. E io sto in vestitino senza calze a regalare vitamina D alla mia tintarella di luna.

Addio ai buoni propositi di lavoretti e tagliare l’erba. Un giorno così potrebbe solo ricapitare con la prossima eclisse, o forse mille mesi, chissà. Il massimo a cui arriviamo qui, senza che ci sia un periodo preciso nel calendario, sono 25 gradi. Ma 16 anni di sto posto fanno si che io ora abbia caldo.

Meditando una corsa al mare …. Perché sono decisamente chiara.

Di pene e piselli e espressioni.

Soundtrack: “In questa città'”
Max Pezzali
Pavia, 14 11 1967 dice Google
sto chiedendo a YouTube e ai cookies com’e’ che mi hanno fatto arrivare qui ….
Voce che porta ricordi di estremi giovinezza



Non si è mai troppo grandi per restare bambini. Ed è sempre una meraviglia avere qualcuno con cui fare gli scemi. Ma continuiamo a non esserci, cari. Sticazzi.
Sticazzi, quanto sei bella stasera’ deve arrivare come un complimento, mica come un’offesa.
Se no sticazzi vedi come usciamo a cena venerdì’ sera.

Che poi scusate ho appena letto sto commento: “come spesso avviene nella nostra lingua, il pene e’ usato come sinonimo da ‘cosa da nulla’.”
Ora non mi pare di avere mai sentito qualcuno urlare inalberato ‘ca**o’ volendo dire CHISSE.
Le pene, il pene, sono tutte sfumature importanti. Abbiate il coraggio di dire che no.
Pure il pisello della principessa, sebbene minuscolo, riusciva a darle fastidio.

Quindi mi spiace, accetto le versioni sulle origini del termine, ma continuerò a credere di avere ragione io.

E devo dirlo, mi sento un po’ tradita da Max, ogni volta che mi capita all’orecchio quella canzone su quella citta’ che anche quando vorrei dare un calcio a tutto sa / farsi bella e presentarsi col vestito buono/ sussurrarmi nell’orecchio che si aggiusterà.
Max, tu, Pavese, che si capisce sei del Nord che guidi da sfigato, (oh ma da che parte stai? tirati la zappa sui piedi) ci dici
“Se no anche sticazzi, che se non passera’ tu vieni su al Gianicolo a guardare la città'”

Io dico.:
Tu portami al Gianicolo a guardare la citta’, poi io con la mia maglietta rossa coi bicchierini pieni di acqua
e gli occhiali da sole, come in quella foto, guardo giu’ e dico
“Sticazzi che meraviglia”.
Voglio vedere chi potrebbe mai darmi torto.

Ps Non tutti lo sanno, ma FacciaLibro mi ha bannato originariamente il post sull’amore che conta, non mi hanno spiegato bene il perche’, temo fosse la foto … spero che non si inalberino sulla foto qua sopra … se no sticazzi? OOOppppss, sticazzi avete vinto voi.

Workin moms

Lei è la creatrice di workin moms, nonché attrice e mio personaggio preferito nella serie. Forse perché mi ci immedesimo molto … ma non vi farò lo spoiler.

Io guardo pochissima tv e come chi mi sta attorno ben sa non sopporto le series, perché mi sembrano non finire mai…

Ma workin moms è riuscita a fare il miracolo…ebbene sì, sto già a metà della serie tre. Non c’è bisogno di essere madri o genitori per apprezzare…. Totalmente reale, onesto e hilarious.

E in più secondo me lei è molto bella, che se mi piacessero le donne penso potrei innamorarmi davvero di un tipo così.

Mio figlio dorme. È ora di fare binge watching! Pure per una come me….

Notte

Tre solstizi fa

L’amica mi ricorda che tre anni fa a quest’ora firmava le carte per diventare moglie.

Io conto che tra un po’ non troppo lontano ormai saranno tre anni che attendo carte per smaritarmi…
Attendendo il giorno in cui il C(coniuge)CCE diventerà finalmente C(olui)CCE … dovrò poi sicuramente fare una festa. Ma non preoccupatevi non ho nessunissima intenzione che sia quel tipo di festa. Gia’ dato.

Lei aveva sogni da Principessa, e dopo immense rotture al fidanzato ce l’ha fatta. (Quanti anni di insistenza? Me lo faro’ dire…. che ho perso il conto ah ah ah). E ne e’ uscita proprio una bella festa, ma anche il pre-festa non e’ da dimenticare. Per 3 motivi in particolare:

1) un gioco stupido in cui prendiamo una coppia a caso e chiediamo dieci buoni motivi per sposarsi.
La cavia, neo-divorziato con la nuova fidanzata appresso, non ce ne regala manco mezzo.
Ma mi guarda negli occhi e fa una profezia sibillina. Il Mario che resterà nella storia.

2) un discorso che scrivo per la mia amica.
Che ha lottato tanto per avere quel giorno, e ha tirato fuori unghie , denti, sudore e pure un cane adottato in ricompensa (un giorno vi spiegherà lei, forse).
Il discorso citava un “prendersi cura dei propri sogni”, frase che mi era stato regalata tipo vent’anni prima, prima che partissi per quest’isola.
Una citazione che ha scatenato una serie di eventi rocamboleschi che sono passati nella storia., e ancora, a quanto pare, non sono passati dalle storie di qualcuno…

3) la maglietta rosa ‘follow your heart’ che ancora indosso.

Io dovrei stare dalla parte del martirio dell’amica, del “e’ solo un pezzo di carta” (si ma che du ball a stracciarlo ci vuole una vita, piu’ che a farlo), dovrei ricordarle che aveva una bellissima famiglia pure prima e che sicuramente non sarà cambiato nulla.
Perche’ io da piccola volevo fare il pirata, e non la bambolina in un vestito di tulle.
Se magari avessi ascoltato le mie stesse parole PER BENE e su di me stessa, ora non avrei ste faccende burocratiche da sbrigare…
Ma intasco perche’, dicono, per amore, qualche compromesso fatto va.

Ho imparato pero’, poi, che, per nessuna ragione al mondo, bisognerebbe mai smettere di prendersi cura dei propri sogni. Non solo a vent’anni.

Dunque stasera mi inchino a lei, che diversissima da me ma rompiballe almeno quanto me, ha messo una fede al dito al malcapitato chitarrista. E che ha realizzato il Suo Sogno.
E BUON ANNIVERSARIO. CHE OGGI SONO TRE.

Locckdownlontano

Finalmente Lockcoviddown sembra piu’ lontano.
Mio figlio e il suo migliore amico che si (mi) svegliano alle 8 di domenica mattina…. normalmente li ammazzerei, ma sto giro è molto speciale, Il primo sleepover del 2021. Ed e’ perche’ finalmente e’ legale avere in casa qualcuno. Quasi mi commuovo.
Hanno 9 anni e anche per loro sto Marzo 2020 / Giugno 2021 in isolamento quasi costante non è stato semplice….

Vedo loro, e guardo me.
Penso a tutte le volte che durante la pandemia ho benedetto il cielo perché avevo gli abbracci di mio figlio, la salute, un tetto, cibo, un lavoro. A tutte le volte che ho urlato che non ne potevo più, tutte quelle in cui mi è mancato potere avere la presenza fisica di adulti attorno. Ho benedetto il fatto di vivere entro 5km dal regional park, e appena ci hanno lasciato fuori dai 5 il fatto di abitare in un posto dove il Mare e’ la vita per me.
Ho cucinato un sacco, mangiato un sacco, smesso di mangiare (tranne che le unghie), iniziato cose lasciate a meta’, ripreso cose che mi fan un gran bene (date la colpa al Covid di sto blog).

Guardo loro, vedo me e penso che nonostante tutto non mi sono MAI sentita sola.

E allora GRAZIE.
Agli isolani, per tutto. Dal filo che chiaramente intreccia i cammini miei e della fan di PG, ai tanti caffe’ e al Natale piu’ bello che mi potessero regalare in pandemia, alla cura di una che mi ha cibata, accudita, e sempre offerto una mano senza che dovessi chiederglielo. Alle donne clan CCCE (ci si vede molto presto!!!). Alla mia omonima e i nostri vocali schizzate tra tossi e vaccini da fare. Al duo madri grazie a cui i nostri figli non si sono mai in qualche modo persi di vista. A te che finiamo per ricordarci di centrarci a vicenda, ogni volta che ci si rincontra.
Ai colleghi, pure a loro, che mi hanno sostenuta in questa nuova impresa di ‘la casa, tua prigione, e’ pure il tuo ufficio’. Tutto e’ stato molto prezioso.

Grazie a quelli “nel continente”, lontani da tanto ma da sempre vicini.
E a quelli che sono venuti a trovarmi negli unici pochissimi mesi in cui si poteva.

A chi mi ha ricordato ogni santo di questi 456 giorni che sono una rompitosta, e ce la posso sempre fare.
Accendendo sorrisi, asciugando qualche lacrima.
E a chi cerca di insegnarmi, con pazienza e lungimiranza (ci arriverò prima o poi) che si deve pure piangere, ogni tanto, e pure a dirotto. Una cosa che io devo ancora imparare.

Come dico sempre: l’Amore ha molte forme, e anche Conta (cit. ma rende bene l’idea).
Questa stagione Marzo 2020/Giugno 2021, mi ha ricordato per l’ennesima volta di quanto io sia fortunata ad averne sempre attorno.