Carbonara alla Ligure


“Quando ho scoperto che, tra la grande varieta’ di formaggi che ho acquistato, mi sono dimenticato di comprare il Pecorino, il calendario di Padre Pio del mio vicino e’ bruciato riducendosi in cenere, e le campane della chiesa vicino a casa mia hanno iniziato a suonare al contrario… persino Odino ha avuto la sua parte …
Ma un vero Italiano ha sempre una soluzione: generalizzando, incolpiamo qualcun altro, che non si sa mai. O usiamo la nostra creatività. Per dare un tocco al Parmigiano ho aggiunto piu’ o meno un 10% di Formaggio di Fossa stagionato per 12 mesi. Molto, molto fiero del risultato!”

(Fissagrappa. C. Diari da un lungo soggiorno sulla Riviera)


C’e’ chi puo’ e chi non puo’.
Ed e’ chiaro che, in certi frangenti, a noi originari del colletto dello Stivale, e’ concesso di potere solo con un tocco aggiunto di fantasia. Ma, per lo meno, ci interessiamo delle regole, che, per stretta necessita’, rielaboriamo come meglio possiamo.
Dopotutto non si puo’ vivere solo di cassoeula o trenette al pesto.

Ricordo mamma quando friggeva la pancetta in padella. Era il mio momento preferito della preparazione della famosissima Calconara. A me i cubetti piacevano morbidi, grassi e quasi crudi, ma mi toccava aspettare “che se no fa male”. Io con la pancetta nel piatto ero in paradiso.
Adesso con la pancetta addosso attendo gli amanti, perché c’e’ il Covid e le palestre sono chiuse. E gli amanti mi piacciono morbidi, grassi, magri, alti, bassi, purché cotti. Perche’ cosi’ e’ piu’ facile intortarli e richiedere homemande gnocchi di semolino per San Valentino, che ormai e’ dietro l’angolo.

Comunque, tornando alla Calconara: si dice che i Brianzoli siano un po’ braccine corte come i Genovesi.
Dunque com’e’ che il guanciale, a parità di prezzo e stereotipi, manchi solo nel paesello e dintorni?
In tempi di No Vax, io penso invece ai complotti sulla fine del maiale.

Carbonara – il piatto su cui ho speso piu’ amore e parole.
Dopotutto ho dovuto aspettare 40 anni per poterne assaggiare una da puristi; lasciatemi almeno l’illusione che non dovrò piu’ farne a meno.

Il pollo? Basta nelle fettuccine Alfredo.
L’ananas? Solo arrostita al bbq e servita col gelato. La pizza, con quella roba sopra, diventa pazza. E io pure.
Datemi datemi una focaccia e un bicchiere di sciacchetrà per dimenticarmene.

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Gatta Ci Cova

“Ogni giorno è un altro giorno 
Non si può sapere 
Ciò che è andato storto adesso 
Non lo puoi cambiare 
Ma respiri a fondo e senti 
Che ora il tempo non ti scapperà

Nati per vivere. e’ tutto qui”


Luciano, dopo un lungo tempo di mia assenza tra i suoi ascoltatori, mi presta le parole.

“E continui a dire al mondo 
Che le cose sono chiare 
Ce la fanno solo i duri 
Che chi spera si fa male 
E tu oramai sei dura dentro 
Molto più di quel che basta 
Non ti possono far niente 
Niente amore niente guasti”

Ma non e’ mica tutto vero.
Perche’, come dice Luciano (e ormai voi miei followers dovreste esservi rotti le scatole di questa citazione!!!),
L’Amore Conta. E vale sempre la pena di rischiare, anche senza nessun piano possibile.
E perche’, come dice “L., quello delle scarpe” al caldo si sta bene.

The Tender Bar con Ben Bar Tender


Dialoghi da una qualche cittadina Americana:

“Se sei bravo a scuola, puoi andare in Italia”
“Venezia…. cosa devo fare per andare a Venezia?”
“Essere molto brava a scuola”.


E va bene che il regista e’ George, che non per nulla vive in una villaccia affacciata sul MIO lago.
E va bene che il regista e’ George, che si e’ sposato al municipio a Venezia.
E va bene che e’ Clooney, e lo sapevamo dal caffe’ che era un po’ di parte.

Ma, col film, questo omaggio allo Stivale, lascia il segno.
E mi ricorda inesorabilmente che.
Quanto. Siamo. Fortunati.
Ad aver tutta questa bellezza attorno, o ad esserci cresciuti. O a tornarci spesso, per poter tornare a casa.

Il film in se’ non e’ una storia nuova, forse pure un po’ cliche’, ma George e’ stato bravo.
E Ben pure. Mi e’ piaciuto, molto, nella parte dello zio Charlie.
Insomma, citazioni sullo Stivale a prescindere, io me lo guarderei. Se lo fate, fatemi sapere.

L’infinito caos che mi circonda

Piuttosto che essere normale
Hai scelto d’essere felice
Nessuno può farti da garante
Ma il rischio non intimorisce

(A un isolato da te
Francesco Renga – ora posso quasi vantare boccoli belli come i tuoi)

Terminate le vacanze col figliolo, per la prima volta dal 29 Dicembre attorno a me c’e’ solo silenzio.
Ho messo via l’albero ma ho un’altra infinita quantita’ di roba da sistemare.

Mentre Gatto e’ felice di essere tornato al MIO comodo letto.
Mentre i saldi di Gennaio mi fanno comprare aspirapolveri cordless (e son pure esaltata, e li’ capisco di essere diventata vecchia).
Mentre realizzo che fato, coincidenza, destino, pure a Febbraio il fratellino gioca a una manciata di km dal portone (potrei fargli una sorpresa – “Carramba’, ma che ci fai te qui?”).
Mentre gioisco per il tampone di rientro eliminato dal Governo Isolano, conto ore di ferie 2022, guardo nuovi voli (ma non sono appena rientrata dalle vacanze?).
Mentre lascio davanti alla porta di amiche souvenir a base di Limoncello pensati per resistere alla quarantena, che si bevano via il Covid.
Mentre il mio ometto mi manca gia’.
Mentre chi mangia da solo se strozza, e ritornano le cene online.
Mentre mi guardo i miei nuovi ricci e penso che potevano accorciare un pochetto di piu’.

Mentre penso che per sto blog nato nel 2021, per il 2022 non ho assolutamente nessun piano di redazione.
Viene quel che viene, e’ tutta una roba entropica.
Tutto un grande caos come me.
Il caos – a me tiene compagnia, ad altri fa tenerezza, addirittura per alcuni e’ la ragione per volermi bene.
Ad alcuni invece fa solo incazzare. Come se dovesse impattare loro. A volte, solo a volte, mi pare che li renda tristi, quasi ‘invidiosi’ in senso lato. Perche’ non sanno essere liberi dalle regole che si autoimpongono.

Vivi e lascia vivere.
Ma soprattutto, vivi felice.

Un giorno, come mi hanno suggerito, sul caos di Alice Nel Paese Delle Meraviglie, scrivero’ un post.
Ma e’ tutto un caos, voi non aspettatelo mica.


Eterna prossima fermata.


quando cerco in una sera
Un mistero d’ atmosfera che è difficile afferrare (…)

Quando sogno dietro a frasi di canzoni
Dietro a libri e ad aquiloni
Vedi cara è difficile spiegare
È difficile capire se non hai capito già


(Vedi Cara – Guccini)

Come c’è finito là mi scusi la domanda
Gli rispondo solamente mi ci porta il cuore
Sceglie tutto gioia e lacrime e pure il quartiere

(In questa citta’ – Max P)



Rientrato dalla Serenissima, mio figlio mi dice che vuole continuare ad esplorare lo Stivale, e che, la prossima volta che torniamo vuol andare con scudo e spada a casa del pezzettino de core mio.

La cosa mi rende per meta’ orgogliosa e meta’ ‘pensierosa’, sicura che a Maggio, li’, si liquiferà più di me. E forse si gettera’ in qualche fontana per la disperazione. Cosa si prova a vedere i propri sogni realizzati attraverso i propri figli? Tanto la multa la pago sempre io. Meglio che inizi a insegnarli il galateo, e a raccontargli della montagna di neve che sorge sul gelato. “Se hai caldo, la soluzione e’ quella”.

Penso: lui non la conosce mamma core de panna. Non conosce quella che è passata da essere una quasi turista che fu a una che guarda mattonelle vomitevoli sognando di coprirle con un parquet, come se, un giorno, dietro al portone del campanello ridecorato, possa starci davvero casa sua. Mio figlio ama lo stile moderno come me, ma credo per qualche giorno riuscirebbe a soprassedere, avendo a due passi una colonia di gatti che potrebbe rischiarmi una richiesta di adozione di massa. Per fortuna che in aereo i felini non si possono portare. Mi chiedera’ di noleggiare una macchina per tornare. Dopo la nuotata, anche il catsista. Inizia a costarme sta gita.

Ma e’ da farsi, abbiamo pure lo zio che gioca a una manciata di chilometri. Perche’, chiamatele coincidenze, fato o destino, succede che, nell’arco di una settimana, poco prima dell’evento mondano della cuginanza per cui dovremo riscendere al paesello, c’e’ questo evento inaspettato che colloca tutti i piandesideri in spazio temporale perfetto.
Si arriva per una partita palla al centro, un tuffo nella storia, e si riparte dopo un matrimonio nelle terre di sua maesta’ Teodolinda. L’Universo e’ buono e sa quello che fa, lo dico sempre.

Per inciso, al paesello, nei giorni trascorsi, ci sono stati dibattiti interessanti. Oltre alla curiosita’ per il dress code dei futuri sposi, anche io sono stata al centro dei riflettori per un momento. Ho dovuto spiegare che, per quanto mi manchino tutti e a volte ammazzerei per un raggio in piu’ di sole, in questo alter ego Munsteriano io ci sto ancora bene. E per ora non ho intenzione di muovermi, tantomeno di tornare nello Stivale. Tantomeno, e soprattutto, nel paesello.
Gli altri sembrano pensare che avendo tramutato un marito local in un CCCE, io qua non abbia senso. Oppure che l’unica ragione per cui sto e’ un affidamento congiunto. Non capiscono che non sono sola come loro mi pensano, e ho una vita mia, che per ora mi aggrada (quasi sempre). Certo questa non e’ terra in cui invecchiare infinitamente. Fra otto anni, con un figlio maggiorenne che sara’ gia’ partito per la Malasia, chissa’.
Non ho invece ricevuto domande alcune su fidanzati, amici, amanti, gente che fa la carbonara da purista etc.
Alla prima cena, con la prima pasta che avrebbe dovuto essere originale, sentendo dire ‘il guanciale non si trova qui’ volevo rispondere ‘ci sono gia’ passata mille volte ormai, la prossima me ne faccio portare un pezzo e ve lo regalo’.
Nessuno chiede più, cosa che sarebbe successa un tempo.
Mio padre si è probabilmente rassegnato ad avere due figlie di mezza età single. Se solo si arrendesse pure al fatto che ognuno e’ diverso, e non tutti hanno, o possono avere, piani prestabiliti, per le cose che la vita ci mette davanti….
Lo zio fan numeruno di questo blog ha commentato nulla sulle mie cavolate sparate, o gli indizi non evidenti seminati a volte per la strada.
Perciò sono rientrata coi miei misteri, senza che nessuno mi abbia costretto a sbrogliare una matassa, o mi ci abbia aiutata. Quando si ha poco tempo per vedere tutti, le chiacchere tete-a-tete sono rarità preziose.
Ma spero ancora in qualcuna nipote-zia, tre anni dopo.
Maggio e’ sempre un mese di ritorni e sorprese.
Anche il 2022 non sara’ da meno.

(A volte mi chiedo cosa penserebbe mamma.
Ma forse gia’ lo so, e mi basta. )

Un cuore e tre capanne

“monti sorgenti dall’acque,
ed elevati al cielo;
cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi,
e impresse nella sua mente”
(A Manzoni – I Promessi Sposi)



Il mio lago, le mie montagne.
Le rive dello specchio della città dove sono nata.
Respiro a pieni polmoni, nonostante la mascherina ffp2.
E’ bello essere a casa.
Sono belli i pezzettini di cuore che sorridono con le stelle di questo cielo azzurrissimo. Che stanno finalmente festeggiando, tutti assieme. Passeggiare qui dopo due anni e mezzo, poi…

Quel ramo del lago di.
Con questa luce al tramonto. Esattamente come in questa foto, nessun ritocco aggiunto.
Casa: il lago, i laghi, le montagne, tutto quello e quelli che ci stanno attorno.

E il paesello. Che non avremmo acqua, ma c’e’ la gelateria più buona del mondo, quella del gusto Plasmon, per intenderci. Una coppetta fragola e meringa che sei subito in paradiso. A lato della Statale 36, manco ti importa se ti passano a un metro enormi tir. Nemmeno lo smog riesce a rovinare il gusto.
Osservando il capolavoro, noti che ti hanno pure messo un biscotto sulla coppetta
“carini” ti dici “una cosa sola mancherebbe a sto gelato – la panna”.
Una vocetta dentro di te risponde:
“Aww – te sta venendo il mal d’aroma. Quanto sei caruccia, cuore di panna”.

Casa. I muri che hai lasciato 17 anni fa. (Domani e’ l’anniversario!).
La sera con la famiglia, sul divano, guardate “smetto quando voglio pt 2”.
Nonostante il cinema nostrano non sia tra i più rinomati al mondo, e’ bello poter vedere qualcosa homemade.
Allegro, leggero.

“Ma sono sempre loro (gli attori)” dice papa’.
Io ovviamente non riconosco nessuno, ma sono l’unica che ride a certe battute.
Sicuramente e’ perché sono scema, ma la vocetta dentro di me ritorna a gongolarsi:
“See … te piacerebbe. E’ semplice: er core de panna tuo c’ha i muscoli allenati ormai, e dunque, ti diverti, perche’ cogli le sottigliezze. Aww. Quanto sei caruccia.”
“Vocetta, la pianti co sta caruccia? A proposito, senti … ma la scorgi tutta sta bellezza attorno, te? Lo so, e’ meno evidente della grande ma… c’e’, eccome”

I pezzettini di cuore sono fieri di me. Mentre offrono un grappino alla vocetta. Che, nonostante tutto, stanno iniziando a volerle quasi bene. Il pezzettino de core mio dice che in fondo puo’ capirli. Dura da ammettere, ma tutto qua e’ diversamente meraviglioso, e le montagne sono comunque venute prima degli anfiteatri (ohhh, ora lo fan fuori).

Dice che lui e vocetta sono solo un po’ gelosi “ma, a noi, quanne’ che ce riporta a casa questa?”.
E dice casa così forte che la turista che c’è in me elargisce un calcione tra i denti, ma a nulla serve.

Home is where the heart is.
Ovunque stiano tutti i vostri pezzi di cuore, Buon Anno gente.

T – 1

E tutto va bene.

Con la bustina trasparente piena di liquidi di tamponi da spacciare alla famiglia (apparentemente nello Stivale sono merce rara, qui ormai si trovano in qualsiasi supermercato).
Con il Xmas Jumper con la renna attorniata da lucine che funzionano davvero per il cuginetto.
Con tantissima voglia di vedere il figliolo che tra due ore aprira’ questa parte, e con ancora tutti i regali da stampare.
Con le mascherine ffp2 comprate di corsa last minute, e per fortuna trovate..
Con tanta voglia di rivedere tutti e anche un po’ di pensieri … chissà tra i tutti chi riusciremo davvero a vedere. Maledetta variante O.
Con un cielo stranamente tersissimo sopra la testa (perfetto cosi’).

Con tanta, tantissima emozione, che due anni sono davvero tanti.
Poche ore e si parte.



Ritornano i Romantici

Questo blog e’ originariamente il frutto di un tempo di lockdown in cui l’unica anima adulta che potevo vedere in casa mia era il mio riflesso nello specchio. Se foste stati in me, sareste andati fuori di testa pure voi.
E’ nato da un momento buio, come tutte le migliori arti, ma dal momento buio mi ha pure tirata fuori.
E cosi’ continuato.

Ogni riferimento a fatti, luoghi, persone, parole e’ puramente casuale. Non. A volte. Forse. Chissa’,
Dipende cosa ci volete leggere, chi ci volete leggere, se sapete leggere tra le righe, quanti grappini avete bevuto.

Ma – stamattina chiaccheravo con un’amica sul post di ieri. Ha ragione lei: non e’ vero che gli uomini romantici non esistono. E allora devo delle scuse, a tutti i romantici la’ fuori.
Che pure io ne conosco – nelle piu’ disparate eccezioni del termine.

Il Gatto che viene sempre a tenermi compagnia e a scaldarmi i piedi.
Fissagrappa che mi manda cartoline con tramonti dalla riviera, perche’ non c’e’ nulla da fare, se capisci la bibbia di AB capisci una parte immensa dell’archetipo che tutto fa, e fa anche a noi che siamo gente di pianura eppure abbiamo il sale nei capelli e del mare abbiamo le profondita’.
L’autore, che scrive discorsi dolcissimi per il matrimonio del mio primo cuginetto, e per quel giorno in cui, assieme agli altri, in quella chiesa, abbiamo salutato mamma.
Babaio, che mi faceva annusare i fiori delle piastrelle della sua cucina, e che e’ sempre uno degli abbracci piu’ belli quando torno a casa.
Mio figlio, che fa tanto il duro ma poi mi dice ‘io le adoro le donne, avevo sette anni quando ho baciato la mia prima fidanzata sotto allo scivolo della scuola’.
Il marito della coppia piu’ incredibile del mondo, di cui non capiro’ mai le dinamiche, ma che ti fa dire ‘c’e’ qualcuno che ce la fa davvero’ e incolla a sua moglie due occhi a cuoricino da cartoon che non li scolli mai, cosi’ sempre, pure quando la fa incazzare di brutto. Raro da vedere. Fair play to him.

Tutti quelli che sanno prendere in mano una penna, un foglio di carta, e scrivere davvero, come si faceva una volta. Quelli che tengono diari e ci mettono te dentro.
Tutti quelli che almeno una volta hanno fatto un cd o una musicassetta apposta per te (cosa vi perdete donne moderne – una playlist in Spotify non offre lo stesso calore) .

Ma, soprattutto, quelli che ti portano la colazione a letto mentre tu ancora sonnecchi.
Il caffe’, con tre tenerezze al limone sul piattino. Perche’ una e’ poco, ma con dieci ingrassi (ci tengono alla tua salute, questi carini.). E un ovetto Kinder. E lo yogurt alla fragola. E tutto quello che in questo frigo non c’e’ mai, ma sapevo che arrivavi tu….
Ridecorano campanelli con stili che ti rendono unica, dicendo che l’hanno fatto per loro stessi, ma un ‘non solo’ dopo al ‘fatto’ sarebbe molto piu’ appropriato.
Si presentano con ‘io romantico per niente’ e ti regalano disegni dolcissimi che dicono tutto il contrario.

Passerebbero ore a guardarti semplicemente negli occhi, dicendoti che sei bella, e loro fortunatissimi.
Purche’ tu non gli chieda per l’ennesima volta di fare una passeggiata con la monetina (ma la smetti di fare la turista?).
Ti darebbero la luna.
Purche’ tu non gli dica che la luna la vuoi andare a guardare attraverso l’occhio del diavolo. Perche’ tutte le scuse per tonare sono buone. Ah, se solo ci avesse lasciato la pigna quello…..

Farebbero di tutto per te, davvero.
Se solo tu riuscissi a vedere che, si, romaantica sara’ pure appena fuori al portone. Ma il romantico e’ dentro.



Finiscono i Romantici

Finiscono i romantici,
e lo so che ti dispiace veramente…
Tornano i romantici
ma poi cambiamo anche noi
(Francesco Renga – finire anche noi)


Ieri sera io e un’amica, riprendendo un’abitudine preziosa che abbiamo fatto nostra durante il lockdown (non tutti i Coviddi vengono per nuocere) ci siamo viste un film assieme, virtualmente.
Accendiamo la tv, premiamo via e commentiamo in whatsappo, che e’ sempre divertente quando per qualche motivo di wifi capita che i minuti di visione finiscano non proprio per combaciare.

E SPOILER ALERT: ad un certo punto persona A si presenta davanti a casa di persona B e con un un cenno fa segno di restarsene in silenzio.
Poi, uno di fronte all’altra, con in mano dei pezzi di cartone su cui ha scritto i suoi dolci pensieri, ne gira uno ad uno mentre si guardano.

E niente – anche io voglio un uomo cosi’.

io che sono una nonromanticabipolare, per un gesto cosi potrei pure finir a piangere.
Ma provate a regalarmi un anello in pubblico e/o registrando tutto e piangerete voi per il dolore delle mie botte.
Non rimangono molti uomini ai tempi d’oggi, che se ne inventerebbero una simile.
Quella dei cartoni, intendo, per il brillocco in diretta ci sono vippe tipo i Ferragnez, oppure certi politici.

Un uomo cosi’, a trovarlo, ci si potrebbe pure perdonare di averlo scovato in Tinder.
Che non ne esistono davvero quasi piu’.
L’uomo perfetto, perfetto per me.

Oh aspettate, era una donna.
Ora e’ tutto piu’ chiaro.