Eterna prossima fermata.


quando cerco in una sera
Un mistero d’ atmosfera che è difficile afferrare (…)

Quando sogno dietro a frasi di canzoni
Dietro a libri e ad aquiloni
Vedi cara è difficile spiegare
È difficile capire se non hai capito già


(Vedi Cara – Guccini)

Come c’è finito là mi scusi la domanda
Gli rispondo solamente mi ci porta il cuore
Sceglie tutto gioia e lacrime e pure il quartiere

(In questa citta’ – Max P)



Rientrato dalla Serenissima, mio figlio mi dice che vuole continuare ad esplorare lo Stivale, e che, la prossima volta che torniamo vuol andare con scudo e spada a casa del pezzettino de core mio.

La cosa mi rende per meta’ orgogliosa e meta’ ‘pensierosa’, sicura che a Maggio, li’, si liquiferà più di me. E forse si gettera’ in qualche fontana per la disperazione. Cosa si prova a vedere i propri sogni realizzati attraverso i propri figli? Tanto la multa la pago sempre io. Meglio che inizi a insegnarli il galateo, e a raccontargli della montagna di neve che sorge sul gelato. “Se hai caldo, la soluzione e’ quella”.

Penso: lui non la conosce mamma core de panna. Non conosce quella che è passata da essere una quasi turista che fu a una che guarda mattonelle vomitevoli sognando di coprirle con un parquet, come se, un giorno, dietro al portone del campanello ridecorato, possa starci davvero casa sua. Mio figlio ama lo stile moderno come me, ma credo per qualche giorno riuscirebbe a soprassedere, avendo a due passi una colonia di gatti che potrebbe rischiarmi una richiesta di adozione di massa. Per fortuna che in aereo i felini non si possono portare. Mi chiedera’ di noleggiare una macchina per tornare. Dopo la nuotata, anche il catsista. Inizia a costarme sta gita.

Ma e’ da farsi, abbiamo pure lo zio che gioca a una manciata di chilometri. Perche’, chiamatele coincidenze, fato o destino, succede che, nell’arco di una settimana, poco prima dell’evento mondano della cuginanza per cui dovremo riscendere al paesello, c’e’ questo evento inaspettato che colloca tutti i piandesideri in spazio temporale perfetto.
Si arriva per una partita palla al centro, un tuffo nella storia, e si riparte dopo un matrimonio nelle terre di sua maesta’ Teodolinda. L’Universo e’ buono e sa quello che fa, lo dico sempre.

Per inciso, al paesello, nei giorni trascorsi, ci sono stati dibattiti interessanti. Oltre alla curiosita’ per il dress code dei futuri sposi, anche io sono stata al centro dei riflettori per un momento. Ho dovuto spiegare che, per quanto mi manchino tutti e a volte ammazzerei per un raggio in piu’ di sole, in questo alter ego Munsteriano io ci sto ancora bene. E per ora non ho intenzione di muovermi, tantomeno di tornare nello Stivale. Tantomeno, e soprattutto, nel paesello.
Gli altri sembrano pensare che avendo tramutato un marito local in un CCCE, io qua non abbia senso. Oppure che l’unica ragione per cui sto e’ un affidamento congiunto. Non capiscono che non sono sola come loro mi pensano, e ho una vita mia, che per ora mi aggrada (quasi sempre). Certo questa non e’ terra in cui invecchiare infinitamente. Fra otto anni, con un figlio maggiorenne che sara’ gia’ partito per la Malasia, chissa’.
Non ho invece ricevuto domande alcune su fidanzati, amici, amanti, gente che fa la carbonara da purista etc.
Alla prima cena, con la prima pasta che avrebbe dovuto essere originale, sentendo dire ‘il guanciale non si trova qui’ volevo rispondere ‘ci sono gia’ passata mille volte ormai, la prossima me ne faccio portare un pezzo e ve lo regalo’.
Nessuno chiede più, cosa che sarebbe successa un tempo.
Mio padre si è probabilmente rassegnato ad avere due figlie di mezza età single. Se solo si arrendesse pure al fatto che ognuno e’ diverso, e non tutti hanno, o possono avere, piani prestabiliti, per le cose che la vita ci mette davanti….
Lo zio fan numeruno di questo blog ha commentato nulla sulle mie cavolate sparate, o gli indizi non evidenti seminati a volte per la strada.
Perciò sono rientrata coi miei misteri, senza che nessuno mi abbia costretto a sbrogliare una matassa, o mi ci abbia aiutata. Quando si ha poco tempo per vedere tutti, le chiacchere tete-a-tete sono rarità preziose.
Ma spero ancora in qualcuna nipote-zia, tre anni dopo.
Maggio e’ sempre un mese di ritorni e sorprese.
Anche il 2022 non sara’ da meno.

(A volte mi chiedo cosa penserebbe mamma.
Ma forse gia’ lo so, e mi basta. )

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Un cuore e tre capanne

“monti sorgenti dall’acque,
ed elevati al cielo;
cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi,
e impresse nella sua mente”
(A Manzoni – I Promessi Sposi)



Il mio lago, le mie montagne.
Le rive dello specchio della città dove sono nata.
Respiro a pieni polmoni, nonostante la mascherina ffp2.
E’ bello essere a casa.
Sono belli i pezzettini di cuore che sorridono con le stelle di questo cielo azzurrissimo. Che stanno finalmente festeggiando, tutti assieme. Passeggiare qui dopo due anni e mezzo, poi…

Quel ramo del lago di.
Con questa luce al tramonto. Esattamente come in questa foto, nessun ritocco aggiunto.
Casa: il lago, i laghi, le montagne, tutto quello e quelli che ci stanno attorno.

E il paesello. Che non avremmo acqua, ma c’e’ la gelateria più buona del mondo, quella del gusto Plasmon, per intenderci. Una coppetta fragola e meringa che sei subito in paradiso. A lato della Statale 36, manco ti importa se ti passano a un metro enormi tir. Nemmeno lo smog riesce a rovinare il gusto.
Osservando il capolavoro, noti che ti hanno pure messo un biscotto sulla coppetta
“carini” ti dici “una cosa sola mancherebbe a sto gelato – la panna”.
Una vocetta dentro di te risponde:
“Aww – te sta venendo il mal d’aroma. Quanto sei caruccia, cuore di panna”.

Casa. I muri che hai lasciato 17 anni fa. (Domani e’ l’anniversario!).
La sera con la famiglia, sul divano, guardate “smetto quando voglio pt 2”.
Nonostante il cinema nostrano non sia tra i più rinomati al mondo, e’ bello poter vedere qualcosa homemade.
Allegro, leggero.

“Ma sono sempre loro (gli attori)” dice papa’.
Io ovviamente non riconosco nessuno, ma sono l’unica che ride a certe battute.
Sicuramente e’ perché sono scema, ma la vocetta dentro di me ritorna a gongolarsi:
“See … te piacerebbe. E’ semplice: er core de panna tuo c’ha i muscoli allenati ormai, e dunque, ti diverti, perche’ cogli le sottigliezze. Aww. Quanto sei caruccia.”
“Vocetta, la pianti co sta caruccia? A proposito, senti … ma la scorgi tutta sta bellezza attorno, te? Lo so, e’ meno evidente della grande ma… c’e’, eccome”

I pezzettini di cuore sono fieri di me. Mentre offrono un grappino alla vocetta. Che, nonostante tutto, stanno iniziando a volerle quasi bene. Il pezzettino de core mio dice che in fondo puo’ capirli. Dura da ammettere, ma tutto qua e’ diversamente meraviglioso, e le montagne sono comunque venute prima degli anfiteatri (ohhh, ora lo fan fuori).

Dice che lui e vocetta sono solo un po’ gelosi “ma, a noi, quanne’ che ce riporta a casa questa?”.
E dice casa così forte che la turista che c’è in me elargisce un calcione tra i denti, ma a nulla serve.

Home is where the heart is.
Ovunque stiano tutti i vostri pezzi di cuore, Buon Anno gente.

T – 1

E tutto va bene.

Con la bustina trasparente piena di liquidi di tamponi da spacciare alla famiglia (apparentemente nello Stivale sono merce rara, qui ormai si trovano in qualsiasi supermercato).
Con il Xmas Jumper con la renna attorniata da lucine che funzionano davvero per il cuginetto.
Con tantissima voglia di vedere il figliolo che tra due ore aprira’ questa parte, e con ancora tutti i regali da stampare.
Con le mascherine ffp2 comprate di corsa last minute, e per fortuna trovate..
Con tanta voglia di rivedere tutti e anche un po’ di pensieri … chissà tra i tutti chi riusciremo davvero a vedere. Maledetta variante O.
Con un cielo stranamente tersissimo sopra la testa (perfetto cosi’).

Con tanta, tantissima emozione, che due anni sono davvero tanti.
Poche ore e si parte.



Ritornano i Romantici

Questo blog e’ originariamente il frutto di un tempo di lockdown in cui l’unica anima adulta che potevo vedere in casa mia era il mio riflesso nello specchio. Se foste stati in me, sareste andati fuori di testa pure voi.
E’ nato da un momento buio, come tutte le migliori arti, ma dal momento buio mi ha pure tirata fuori.
E cosi’ continuato.

Ogni riferimento a fatti, luoghi, persone, parole e’ puramente casuale. Non. A volte. Forse. Chissa’,
Dipende cosa ci volete leggere, chi ci volete leggere, se sapete leggere tra le righe, quanti grappini avete bevuto.

Ma – stamattina chiaccheravo con un’amica sul post di ieri. Ha ragione lei: non e’ vero che gli uomini romantici non esistono. E allora devo delle scuse, a tutti i romantici la’ fuori.
Che pure io ne conosco – nelle piu’ disparate eccezioni del termine.

Il Gatto che viene sempre a tenermi compagnia e a scaldarmi i piedi.
Fissagrappa che mi manda cartoline con tramonti dalla riviera, perche’ non c’e’ nulla da fare, se capisci la bibbia di AB capisci una parte immensa dell’archetipo che tutto fa, e fa anche a noi che siamo gente di pianura eppure abbiamo il sale nei capelli e del mare abbiamo le profondita’.
L’autore, che scrive discorsi dolcissimi per il matrimonio del mio primo cuginetto, e per quel giorno in cui, assieme agli altri, in quella chiesa, abbiamo salutato mamma.
Babaio, che mi faceva annusare i fiori delle piastrelle della sua cucina, e che e’ sempre uno degli abbracci piu’ belli quando torno a casa.
Mio figlio, che fa tanto il duro ma poi mi dice ‘io le adoro le donne, avevo sette anni quando ho baciato la mia prima fidanzata sotto allo scivolo della scuola’.
Il marito della coppia piu’ incredibile del mondo, di cui non capiro’ mai le dinamiche, ma che ti fa dire ‘c’e’ qualcuno che ce la fa davvero’ e incolla a sua moglie due occhi a cuoricino da cartoon che non li scolli mai, cosi’ sempre, pure quando la fa incazzare di brutto. Raro da vedere. Fair play to him.

Tutti quelli che sanno prendere in mano una penna, un foglio di carta, e scrivere davvero, come si faceva una volta. Quelli che tengono diari e ci mettono te dentro.
Tutti quelli che almeno una volta hanno fatto un cd o una musicassetta apposta per te (cosa vi perdete donne moderne – una playlist in Spotify non offre lo stesso calore) .

Ma, soprattutto, quelli che ti portano la colazione a letto mentre tu ancora sonnecchi.
Il caffe’, con tre tenerezze al limone sul piattino. Perche’ una e’ poco, ma con dieci ingrassi (ci tengono alla tua salute, questi carini.). E un ovetto Kinder. E lo yogurt alla fragola. E tutto quello che in questo frigo non c’e’ mai, ma sapevo che arrivavi tu….
Ridecorano campanelli con stili che ti rendono unica, dicendo che l’hanno fatto per loro stessi, ma un ‘non solo’ dopo al ‘fatto’ sarebbe molto piu’ appropriato.
Si presentano con ‘io romantico per niente’ e ti regalano disegni dolcissimi che dicono tutto il contrario.

Passerebbero ore a guardarti semplicemente negli occhi, dicendoti che sei bella, e loro fortunatissimi.
Purche’ tu non gli chieda per l’ennesima volta di fare una passeggiata con la monetina (ma la smetti di fare la turista?).
Ti darebbero la luna.
Purche’ tu non gli dica che la luna la vuoi andare a guardare attraverso l’occhio del diavolo. Perche’ tutte le scuse per tonare sono buone. Ah, se solo ci avesse lasciato la pigna quello…..

Farebbero di tutto per te, davvero.
Se solo tu riuscissi a vedere che, si, romaantica sara’ pure appena fuori al portone. Ma il romantico e’ dentro.



Finiscono i Romantici

Finiscono i romantici,
e lo so che ti dispiace veramente…
Tornano i romantici
ma poi cambiamo anche noi
(Francesco Renga – finire anche noi)


Ieri sera io e un’amica, riprendendo un’abitudine preziosa che abbiamo fatto nostra durante il lockdown (non tutti i Coviddi vengono per nuocere) ci siamo viste un film assieme, virtualmente.
Accendiamo la tv, premiamo via e commentiamo in whatsappo, che e’ sempre divertente quando per qualche motivo di wifi capita che i minuti di visione finiscano non proprio per combaciare.

E SPOILER ALERT: ad un certo punto persona A si presenta davanti a casa di persona B e con un un cenno fa segno di restarsene in silenzio.
Poi, uno di fronte all’altra, con in mano dei pezzi di cartone su cui ha scritto i suoi dolci pensieri, ne gira uno ad uno mentre si guardano.

E niente – anche io voglio un uomo cosi’.

io che sono una nonromanticabipolare, per un gesto cosi potrei pure finir a piangere.
Ma provate a regalarmi un anello in pubblico e/o registrando tutto e piangerete voi per il dolore delle mie botte.
Non rimangono molti uomini ai tempi d’oggi, che se ne inventerebbero una simile.
Quella dei cartoni, intendo, per il brillocco in diretta ci sono vippe tipo i Ferragnez, oppure certi politici.

Un uomo cosi’, a trovarlo, ci si potrebbe pure perdonare di averlo scovato in Tinder.
Che non ne esistono davvero quasi piu’.
L’uomo perfetto, perfetto per me.

Oh aspettate, era una donna.
Ora e’ tutto piu’ chiaro.

Pancetta per i magri

“Non c’e’ trippa per gatti”
“La cicoria der papa è medicina”



Ho lavato le padelle di ieri, e sistemando, ne ho notata una mezza bruciacchiata nel mobile.
Dimenticata nell’angolino, coperta da strofinacci con galli che cantano
“Per colpa di chi chi chi, chi, chirircihi””
Ora io so che gatti e polli non si amano, ma il mio gatto incazzoso e assassino non e’ di certo un piromane.
Se non e’ opera della belva, se non del pollame e facendo due o tre conti (nella vecchia fattoria ia ia oh), neppure dell’asin(a-io). Chi resta? Occhio per occhio, dente per dente, guancia per fuoco.

E’ stata colpa di Babo maialino pauroso che fa il prezioso e non porge l’altra guancia.
Il guanciale, e’ noto, ha tra le sue proprietà principali la bontà, accanto al fatto di essere grasso.
Ma in quest’isola, se come me andate a fare la spesa al discount, la cosa più simile che troverete sono solamente i bacon lardons. Che per imbandire una falsa carbonara sono okeish, ma non sfriggono certo di unto proprio.
(Purisiti smettete di leggere ora).

E’ stata colpa di Luca, l’ultima volta che e’ passato di qui. Non lo biasimo del tutto – quando cresci in un posto dove il guanciale e’ come il prezzemolo (o meglio la cicoria ripassata), e lavori nella terra di sushi e sashimi, essere intimo con le qualita’ dei lardons non e’ scontato, ma basterebbe fidarsi delle amiche…

Mi ha versato i lardons nella padella nuda, col gas gia’ acceso.
“Sticazzziiii – Guarda che ci devi mettere un po’ di olio in quella padella…”
“Ma no, non serve. Sticazzi”.
E col vocabolo della discordia, iniziano i guai.

Ma…volete davvero ribattere a un uomo che spadella nella vostra cucina con un “grazie, dai, faccio io”?
Dopo che l’avevate invitato a pranzo, ma ritrovandovi un mezzo cencio, vi e’ stata elargita una mano e compagnia preziosa? Poteva starsene a casa, e’ venuto comunque a aiutarvi.
Ricordate, voi, del contrappasso?
il CCCE odiava cucinare, e, se proprio capitava, bolliva persino gli asparagi nel kettle per far prima. Mi ha intortata la prima sera invitandomi a cena preparando manicaretti accompagnati da un mash to impress che non avrebbe più rifatto per gli undici anni a venire. Pensava che il cibo fosse un bonus, non una necessita’… non mi capiva se dovevo nutrirmi. Etc etc. Mogli e buoi…

L’universo, ora, mi sta cazziando di brutto, sono ingrata, dice:
puoi lamentarti se ti mando un ospite che non solo si offre di cucinare per te, ma mangia con te, con piacere, e non si scorda MAI quando e’ ora di nutrirsi? Puoi, quando e’ quasi Natale e dovremmo essere tutti piu’ buoni, compresa la cosa che NON frigge in pentola? Muta.

Luca ha guardato allibito il bacon che non canta:
“Ma sta roba non e’ grassa per nulla”.
Potresti gentilmente insinuare che l’olio e’ sul counter e il burro nel frigo, e il lardo di balena nell’oceano, se se la sente di fare una gitarella con arpione e muta.
“Almeno magra quanto te” dici per celare un diretto “te l’avevo detto”.
Poi ti rivolgi al dio delle donne a pera e ti chiedi Perché.
Come può essere, dio, che questo scrocchiazéppi che potrebbe mangiarsi non solo un pezzo di guanciale ma un maiale intero in meno di tre ore non metta su un grammo mai? Come e’ possibile con tutto quello che divora?
Come e’ possibile che mia sorella si scoli litri di cocacola e ingoi barattoli di Nutella condita con carote lesse ed abbia sempre una taglia in meno di me?
Entrambi adorano il cibo, entrambi mangiano sempre. Ma pure io. Dove sta la differenza, dio?

Dio delle donne a pera, sei forse arrabbiato con me? Eccoti un po’ delle mie grasse coscette come offerta di pace.
Anche il dio delle donne a pera e’ uomo, e non si smentisce: al posto di coscette avrebbe voluto tette.
E’ una merce su cui sa io non posso contare, lo sa bene. E scatena le ire funeste.

Nebbia in ValPadana appare nella cucina, mi sembra quasi di essere a casa.
L’allarme antiincendio tenta un jingle bells stonato.
Io prendo uno strofinaccio, una sedia, mi avvio in corridoio e faccio la danza del vento.
Gatto impaurito salta e mi morde una caviglia.
Quando l’aggeggio finalmente smette di suonare, Alexa intona una canzone (perfect timing):

Aggiungi un posto a tavola che c’e’ un amico in più
se sposti un po’ la seggiola stai comodo anche tu
gli amici a questo servono, a stare In compagnia,
sorridi al nuovo ospite, non farlo andare via.


Ricordati la legge del contrappasso, ricordati che quello che conta e’ il pensiero, ricordati che Santa arriva tra due settimane, sii buona. Non farlo andare via. Ricordati che, nonostante il trambusto, lui avrà ancora voglia di mangiare.
Non offrirgli una pizza surgelata ora, non farlo andare via.

Ho ascoltato le voci.
Mentre Gatto già aveva aperto una scatoletta di tonno per pieta’ dell’ospite, ho imbandito una polenta e funghi che al maiale famo ‘n baffo. Scordandomi di tutto il resto, padella e lardons alla brace compresi.
Io e Luca siamo rimasti amici. Almeno fino a un’ora fa, quando ha bussato il postino.

Sto in self-isolation e Luca ha deciso di spedirmi un pacco per Natale.
Che carino, mi dico. Poi apro: una simpatica busta, piena di cicoria e erba gatta.
Che burlone, mi correggo.
indovinate chi in tutto questo e’ il più felice?
Medito vendetta. Santa e’ andato, ma sono ancora in tempo per la Befana…

I’m dreaming of a white Xmas…

Ci Sara’, ci sara’ quello che ci sara’
si vedra’, si vedra’ certo che si vedra’

Arriveranno un giorno, magari, dei Natali con il cenone della Vigilia, e qualsiasi cosa di commestibile fritto perche’ cosi’ si usa.
O dei Santo Stefano a finire gli avanzi e a mangiare comunque, perche’ cosi’ si usa, invece, da noi.
Dei Natali con la neve al paesello, che e’ il bello di essere circondati da signore Montagne.
Dei Natali fuori al sole in terrazza, che vanno oltre la mia umana comprensione, ma e’ pur vero che con 15 gradi io sarei con la Xmas t-shirt, altroché Jumper.

Ci saranno altri Natali con gli Amici che e’ da tre Natali, in particolare, che a Natale fanno un enorme differenza, perche’ sono davvero la famiglia che ti sei scelta.
Ci saranno dei Natali con la famiglia tutta, che sono sempre un po’ troppo alterni nella vita di un’expat.
E un giorno, forse, dei Natali con le famiglie tutte.
Dei Natali in cui i bambini crederanno ancora a Santa, e dei Natali in cui saranno ormai cresciuti e finiranno loro per metterci qualche regalo sotto l’albero.

Non credo ci siano stati invece, per me, mai Natali cosi’.
Oggi e’ stato davvero stranamente speciale.
Che io sono una chiacchierona che nelle feste ama la caciara e la compagnia.
Eppure mai avrei pensato che avrei sentito un’atmosfera del genere pure da sola (ehm … con Gatto). Bella. Pace.
Ho deciso ieri “che si frigga pure Coviddi”, che se c’e’ una cosa che tutti i precedenti lockdown mi hanno insegnato e’ che sempre bisogna prendersi cura di se stessi, anche quando nessuno ci vede.
Percio’ mi sono alzata, mi sono vestita, mi sono pure truccata e ho mangiato tutto quello che ieri ho preparato con amore per me stessa. Col mio vestitino rosso, il cappellino da babba, la tavola apparecchiata da festa.
Con le crespelle ad alberello, e i mitici muffin al cioccolato bianco.
Una paciosissima e pacificissima giornata che mi chiedo come faccia ad essere gia’ quasi alla sua fine.

Ci saranno Natali post-pandemia.
Quando non ci serviranno piu’ le self-isolation ‘per sicurezza’ pre-partenze, in attesa di fare tamponi, per prendere un aereo, che ci riporti a casa.

Ci saranno Natali, forse, con foto assieme e le camice da boscaioli e le gonne a quadrettoni in pandane. Come quelli della cuginetta nuova e di sua mamma, che non vedo l’ora di abbracciare. Una via di mezzo tra il nulla e i Xmas jumper. E se abbiamo detto gonne, peccato non facciano vestiti per caprette.

Ci saranno Natali e Natali.
E per ognuno mi auguro ci sara’ la pace di oggi, e tanti sogni che si avverano, tra tanti abbracci che scaldano.

“L’importante non e’ cosa trovate sotto l’albero, ma chi ci trovate attorno” ho letto recentemente.
il chi sono le parti e i pezzi di cuore, di cui io oggi sento il pensiero.
Non li posso stringere ancora, ma manca poco per tutti.
Le mie parti sono come delle lucine di Natale, tutte intrecciate da una sorta di stesso filo, tutte oggi su rami diversi.
Tutti che salgono verso la Stella, che e’ il centro di tutto, e di tutto il centro. Gatto rimane invece una pallina, si diverte di piu’ a giocarci.

L’Amore conta, sempre, anche oggi. Oggi per molti versi pure specialmente.
Io non penso che il bambino che 2021 anni fa ha fatto di questo giorno uno dei giorni piu’ celebrato del calendario fosse il figlio di un dio, ma mi piace continuare a credere che fosse un uomo, e che abbia davvero cercato di insegnarlo, l’Amore. E la Luce.

Amore – perche’ l’Universo, in fondo, e’ buono. Anche quando non si capisce una mazza di quello che ci capita attorno.

E allora buon compleanno a quella persona che fu.
E tanta serenita’ e gioia, a tutti, non solo oggi.
Ce la faremo.

– 5 al regalo piu’ bello.

Mio figlio e il mio boyfriend

Mio figlio e’ sempre più interessato a conoscere il suo mio fantasmagoricoimmaginario boy-friend.
Mi dice che e’ sempre più vicino a scoprire la verita’.

Dice che non gli interessa se non e’ una storia seria, mannaggia, glielo voglio presentare un uomo ogni tanto?
Dopotutto competo con la donna del CCCE, fissa e serissima da subito. E due stepbrothers pergiunta.
Voglio anche io darmi una mossa e fare la mia parte?
Nonostante abbia una lunghissima lista di requisiti perche’ questa persona accanto a me possa per lui essere accettabile, continua a insistere.
Non che uno si separi ed abbia la libertà di farsi un po’ i fatti suoi.
Impensabile che mamma voglia rimanersene beatamente single.

Mio figlio scruta casa mia ogni volta che ci rientra da capo a piedi, come se fosse una scena del crimine.
Legge scontrini dimenticati sul tavolo per capire dove sono stata (da grande sarà un ottimo detective), osserva disegni dicendo che sono troppo romantici, me li deve avere regalati qualcuno.
Trova significati anche dove non ci sono, e spara cose random.
Mi pare di giocare a una versione advanced di indovina chi.

“Io lo so che hai un fidanzato”
“ho visto le foto” (inesistenti)
“ha I capelli marrroni”
“abita a Dublino” (si vede che vado troppo dalle amiche)
“ha I capelli marroni” (gia’ detto)
“sembra Francese”

Mio figlio dice che sa.
Non si sa cosa, pero’ io gli paio sneaky e lui continua a fare domande random per vedere se prima o poi ne ricava qualcosa.

Poi in un momento meno poliziesco finiamo per parlare del matrimonio di Cugy – sperando che a Maggio variante O sia stata fatta fuori.
Mio figlio dice “dovresti prendere il bouquet, mummy, you’ll find love”.
Mio figlio e’ un inguaribile romantico, e mi pare prezioso, essendo nella situazione in cui sta.

Caro Babbo Natale, mancano 3 giorni.
Vedi cosa puoi fare.

T – 8

Quasi tutto pronto a casa Gatto.

Tranne me.

Ma abbiamo 4 tamponi e un Covid booster prenotati, telefonate alle spalle con ‘come e’ possibile che non avete la tessera sanitaria?’, regali presi da impacchettare, un pranzo di Natale da programmare (che volete? E’ presto dopotutto), e un volo, un benedetto volo a casItalia finalmente.
Venerdi’ si finisce di lavorare hip hip hurray.

La lettera (mia) a Babbo Natale quasi concepita e da spedire.

Prima o poi riuscirò anche a tornare a scrivere. Altro.
Aspettatevelo.

Nel frattempo, buone magnate.