
La sottoscritta Befana ha dovuto prendere un giorno di ferie, perché oggi, nell’Isola, non è mica festa.
Sta tornando dal suo piccolo preferito con, nell’ordine:
A. Un pacco di Pan Di Stelle (perché gli piacciono, eccome, ma nell’Isola non sempre sono semplici da recuperare).
B. Una Mela Stregata. Perché non c’è Befana Rinascimentale che non porti con orgoglio un dono dal mercato della Befana di Piazza Navona.
C e D. Un pacchetto di big Babol e uno di fizzy pazzy, cimeli dolciari d’infanzia della Befana, che sempre nell’Isola non si trovano e che con euforia nonsense nostalgica lei dice “dovrà provare una volta a fare dei palloni veri, e poi anche se una cosa frizzantina a casa si trova, queste colorano la lingua”. Potrebbe autoregolarsi la calza.
E. Una calza della Befana, che le è stata regalata, per ricordarle che è la sua festa pure. Ma che condividerà col piccolo suo molto volentieri perché gli piace lo stesso cioccolato.
F. Diciottomila chili in più composti da cinghiale, salumi di cinghiale, lardo, ma l’amorevole leggerezza di una che è appena stata in vacanza.
Sta tornando con un aereo, perché la scopa non è ancora collaudata per viaggi oltreoceano.
E non vede l’ora di essere a casa, dal suo pargolo fortunato che è tra quelli che nell’Isola hanno una tradizione importata, dunque una festa in più tramutatasi negli anni in una osservazione di tutto punto “ma perché ‘The La Befana” (così la chiama lui) va solo dai bambini Italiani, e come fa a sapere dove stanno?”.
Non credo abbia mai risposto in maniera completa. Ma nella tradizione ho inventato una tradizione mia. La notte del 5 Gennaio appendiamo una Befanina fuori dalla porta “così sa dove andare”. La mattina del 6 La Befanina arriva ai piedi del letto, con tutto quello che porta.
La Befanina è una Befana / calza tutta verde di stoffa ma con la faccia di plastica che ho da anni e anni, me l’aveva regalata mia nonna. E che custodisco preziosamente, uno dei pochi oggetti “suoi” che mi rimane. Ed è un incentivo, per me, a continuare a guardare il futuro dipingendolo dei ricordi preziosi che ho della mia infanzia. E del mio essere, comunque e inequivocabilmente, una Stivalana.
Che oggi non vede l’ora di essere a casa. Perché più che Natale “The La Befana” è una cosa tutta tra me e lui.
Buona Epifania a tutti.