Viva L’Italia, viva il mondo.

“Mamma, sto ascoltando questi che cantano in inglese, ma sembrano Italiani – pero’ MI PIACCIONO, sai chi sono?”
“Si chiamano Maneskin (bravo figliolo allontanati dal tunz tunz che mi rendi fiera) – il cantante si chiama Damiano, e si, sono Italiani”.
Sto ancora cercando di capire la sua concezione di “sembra italiano”.

“Mamma mi porti a Venezia?”
“Lo sai che sta in Italia, e non e’ nemmeno troppo lontana da casa del nonno. E’ la mia citta’ preferita, ci sono stata un sacco di volte”.
Ci pensa su, ma e’ troppo curioso – grazie anche a “Spider Man: Far From Home”. Grazie Marvel.

“Mamma, le Ninja Turtles si chiamano Raphael, Donatello and Michelangelo – che nomi strani”. (Raphael soprattutto).
“Non sono nomi strani, sono nomi di famosi artisti Italiani.”
“Non ci credo!”
Strano non l’abbia immediatamente verificato con Alexa o Siri.
Se Raffaello potesse avere un profilo TikTok decisamente sarei a cavallo. Ma anche l’ormai anziano Google aiuta.
E vedi questo che smanetta sullo schermo con me davanti “voglio guardare” e finisce su una foto di “una bellissima chiesa con un bel buco nel soffitto”. Esterrefatto.

Io non posso che gongolarmi: quello e’ pure uno dei luoghi a me piu’ ‘sacri’, dopo il filosofo incappucciato (e ovviamente le fontane in cui ancora non ho fatto il bagno). Luoghi che mi sembrano essere diventati ormai paradossalmente quasi un po’ ‘lontani’, perche’ cosi vicini. Tipo tutti i posti che hai dietro l’angolo e dunque finisci per vedere sempre meno – tanto stan li.
Dal vangelo secondo Luca “i posti da turisti”.
Dal vangelo secondo il mio portafoglio: “uno scam mascherato”.
Voglio andare a vedere una chiesetta, che sta su un colle, ma c’e’ un cancello che mi blocca. Fa parte di un parco archeologico. Oh toh – per entrare devo fare un biglietto, che costa proprio due lire e si puo’ solo prenotare online con tanto di costo aggiuntivo per la transazione elettronica. Costa due lire perche’ include l’accesso ad altre attrazioni accanto. Prendi 3 paghi 3, prendi 1 fatti tuoi, paghi sempre 3. Puoi lamentarti? Sei cretina te, se non ne approfitti per andare ovunque.
Dal vangelo secondo Luca “i biglietti da turisti”.
I biglietti “discount” da cittadini che pagano le tasse, parte delle quali vanno al Comune per tenere in piedi tutta sta bellezza non li vogliono concedere. Sia mai che gia’ graziati di tutta sta meraviglia accanto, non ci possano pure passeggiare a un prezzo piu’ modico con le famiglie tornandoci ogni domenica. Fortunati noi forestieri – almeno non abbiamo il cruccio.

Mentre viaggio mentalmente tra i miei luoghi di contemplazione, mio figlio ha gia’ scovato luoghi di interesse altri: immagini della “bocca di pietra che non parla ma sa tutto” e del “teatro dove combattevano i gladiatori”.
Queste cose le ha gia’ viste solo in foto, e frequentemente nella pizzeria del paesello Isolano, accanto a una statua di un Bacco ciccionissimo che ogni volta che ci passiamo scatena un “ma perche’ c’e’ bisogno di un dio del vino???”.
La mia amica cuoca Michelin ha gia’ dovuto passare l’indignazione nel sapere che al figlio non hanno insegnato a scuola le basi delle civiltà’ antiche.
Ok, siamo troppo vicini al Vallo di Adriano….ma anche dall’Italia le Piramidi sono altrettanto lontane, eppure eppure. Tocca a noi fare quello che possiamo, a me, che odiavo storia a scuola ma ne riconosco l’estrema importanza.
“Voglio vedere tutto, e’ tutto vero?”
“E’ tutto verissimo, prima o poi ti ci porto.”
Ti ci porto schiacciando la mia vena Brianzola, dappertutto, con tutti i biglietti da turista possibili, mentre mangi un gelato con la panna (cosa che a casa del nonno non si fa). Ti ci porto nella speranza che tu capisca (anche e davvero) che siamo tutti uguali, non importa da dove veniamo. E con te vorrei fare altre mille viaggi.

[Bottom line: io un figlio razzista non lo voglio, e tantomeno razzista contro le sue origini.
Sto tentando in tutti i modi di fargli capire ciò che e’ importante. Ma l’altra campana, a sua detta, l’ha quasi convinto che il suo 50% di sangue isolano e’ migliore dell’altra meta’. Immagino non rifletta sul fatto che non fa un torto a me, ma alla crescita del suo figliolo.
E al figliolo non serve avere il giro di amici ‘meticci’ (tanti), e non sempre funzionano i miei discorsi…
Se poi pure a scuola gli insegnano le guerre mondiali con “cattivi e buoni” (e indovinate di che nazione erano i cattivi?) siamo a cavallo. Come si fa? Se non fosse che sarebbe fare un enorme torto al figliolo, sarebbe quasi da portarlo via da qui per un po’….].

Ti porto fuori di qui, e ti porto ovunque – perche’ solo con una mente aperta puoi davvero farti le tue idee e crescere per bene.
E sicuramente ti porto a Venezia.
Perche’ “Venezia e’ un pesce” (libro carinissimo). Meraviglioso. Anche senza Spiderman.



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Pubblicato da Mlikyway

Mai prendersi troppo sul serio ;)

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