
“E via la vergogna e i sensi di colpa
Quando sei selvatica, altro che l’America
Che l’Americaaa”
(Negrita – Sex)
Post femminil-non-sta?
Non abbiamo piu’ vent’anni, ne abbiamo quaranta.
Appunto, siamo piu’ saggi(e), ci conosciamo meglio, sappiamo piu’ cose di cui nei nostri magnifici vent’anni non potevamo avere esperienza.
Siamo donne a cena. A cena con uomini.
Salta fuori l’argomento, il solito, il ‘tabu’, quello che noi siamo di Venere e loro di Marte, quello che unisce e divide persino gente dello. Stesso. Sesso.
Gli uomini che dicono (pensano) che le donne non ne parlino apertamente – se ce ne sono, sono una cosa rara.
Non si sa il motivo, retaggio culturale? La storia delle brave bambine? Sara’.
Forse e’ vero, forse no, forse non lo fanno con voi, forse ci si vergogna, o forse proprio non ci interessa…
La diatriba sul ‘ma se a voi interessa, non ci sono tante come voi’ affascina sempre.
Non ci sono tante come noi?
Forse ci nascondiamo?
Forse come forse.
Cosa fa questo magico tipo di amore ad una relazione?
Forse ci sono tante coppie che scoppiano “solo perche'” si elimina un modo di comunicazione alquanto importante e vitale.
Forse manca, viene negato, si finisce con altr(e)(i) e poi si ritorna all’ovile.
Forse non ci si vorrebbe sfiorare nemmeno di striscio.
Forse alla fine del compromesso la fune si rompe. Magari si resiste un po’, anche tanto po’, ma poi si rompe.
E allora ci arrivano storie di donn(ex) che ti viene da dire agli uomini ‘tanto di cappello a voi’. Ma nella nostra testa rimane l’idea di base: fa parte del tutto. Dovrebbe essere sempre un tutto bello, e mai un sacrificio. Per entrambi.
E forse c’e’ davvero gente che sta bene cosi’, con la pace dei sensi che nel nostro mondo deve ancora arrivare (ci danno delle aliene ma scova scova siamo in netta maggioranza). Pace che sembra raramente essere biunivoca.
Perche’ intendo, in tutte le cose che mi si raccontano, uno dei due ci ‘soffre’ in qualche modo. E abbiamo quarant’anni, e io sono pure tra i piu’ giovani.. Dunque.
Siamo (ancora) donne (sole tra noi) in spiaggia, al telefono, al parco a lamentarci della vecchiaia che avanza.
E la natura che ci porta a quell’impronunciabile perimenop-parola. Cioè gli ovetti che hanno deciso che si faranno i cavolacci loro, piu’ del solito. Sono piu’ frequenti, stanno per piu’ tempo, rompono di piu.
La natura che si diverte a non farci divertire proprio nelle occasioni clou.
Come quando tieni a dormire i due figli alla tua amica last minute pensando di farle un favore. In una serata che poteva essere perfetta. Poi lei ti confessa che e’ proprio il giorno uno.
La prossima serata perfetta senza prole sara’ il suo anniversario di matrimonio.
In tutti e due casi la natura arriva a dire ah ah no ah ah ah – credevi di essere sola? Speravi? Pippirimerlo.
Chiamiamola sfiga, non succede solo a lei. Pare sia una sfiga comune per molte donne di mezza eta’.
Vorranno dirci che non abbiamo piu’ vent’anni, sti ovetti che comunque rimangono piu’ giovani di noi?
E poi che facciamo? Decidiamo che per sfidare gli ovetti ci sono due modi.
- Uno non troppo salutare che coinvolge un medicinale magico. L’abbiamo fatto tutte a vent’anni per andare al mare libere? Ma non ne abbiamo venti, ne abbiamo quaranta… per me gli ovetti si incazzano soltanto di piu’ a dargli un’aggiunta di testosterone e via. L’amica ci sta comunque pensando, mi fara’ sapere il risultato.
- L’altro e’ convivere con gli ovetti, pur sempre non dandogliela vinta. Per non entrare in descrizioni troppo inappropriate (che gia’ si sta degenerando qui) si potrebbe dipingere una scena a mo’ di bella addormentata nel bosco, col materasso al posto del lettuccio di cristallo. Nessun’altra cosa e’ permessa. Forse ti va bene. Un giorno la rinomineranno posizione ‘non hai piu’ quarant’anni, ne hai novanta’. Fantasia cosa vuoi che sia. Non hai piu’ vent’anni, che ti costa?
Fantasia cosa vuoi che sia, un po’ come quando sei costretto con dei bambini sotto lo stesso tetto.
Ah, questi discorsi tabu’ che sono ancora tutt’oggi ricordi del mio compleanno di due anni fa di una sera post locale. Quella sera rimarrà nella storia.
Perche’
“Provare le ricette, collaudare la cucina
Usare la Nutella, usare la farina“
a quarant’anni non puo’ essere che un pezzo di una canzone dei Negrita. Punto.
Perche’ se tu dici ‘corridoio’ all’amica che adori ma che non capisci, lei ti risponde ‘solo nei film’ (o nelle canzoni).
Suo marito puo’ soltanto scuotere la testa in despair.
E l’elenco continua mentre la testa ora la scuote lei, e tu invece sei una specie di mostro che tifa per lui.
Siamo a cena – due anni dopo.
Abbiamo quarant’anni +, alcuni si avvicinano pure ai cinquanta (vecchi ah ah ah).
Si ritorna al tema bambini – altra discussione focosa.
Coi bambini attorno NON e’ , e non puo’ essere la stessa cosa.
Tu beccali i tuoi a 9 anni, poi mi dici. Sara’ stato quello il mio shock da cui parte sta mia posizione?
Mah, non credo…. E’ semplicemente RISPETTO DEGLI SPAZI. Di giovini e grandi. Certe cose di certo non le vogliono imparare da noi, anche se si avvicina l’eta’ in cui ci toccherà trovare modo di discutere il tema…
I bambini che da neonati ti stanno sempre appiccicati.
“Ma piuttosto no, dai”. Concordo.
Una dice “coi bambini a fianco MAI”. Riconcordo.
Poi arriva l’amico uomo con un uscita tipo:
“Ma una domanda, scusate, ma coi bambini perche’? Perche’ mai? Io mi voglio divertire….”
E lo dice con un misto di ironia e tenerezza e con un sorriso che le parole non rendono giustizia alla dolcezza con cui sta frase riempie il nostro tavolo.
In quel momento noi donne (che non ne parliamo mai?) lo guardiamo in ave,
tutte al contempo ci chiediamo come non si possa volere bene ad uno cosi’.
Beata la donna sua.